E’ iniziata la stagione delle feste in Nepal: Indra Yatra , Dashain e Tihar. Nel vecchio Nepal si salutava la fine del monsone e si ringrazia Indra, il Signore delle Acque, per le piogge che hanno dato vita alla Madre Terra. La Dea Bambina esce dalla sua casa per incontrare il Sovrano (oggi il capo dello stato) e per ricosancrare il legame fra potere terreno e celeste. Nel Dashain le famiglie s’incontrano, migliaia di migranti tornano nei loro villaggi, si celebra il Bhai Tika (il giorno del fratello) e si mangiano quintali di daal bhaat; un po’ come il nostro Natale. Nel Tihar le città e i villaggi s’illuminano, nelle case vengono accese centinaia di lampade votive e si venera Lakshmi, consorte di Vishnu e divinità della prosperità e conoscenza: si cerca di dimenticare che le giornate s’accorciano e arriva l’inverno.
Il governo ha cercato di fare il possibile per assicurare i beni essenziali (benzina, cherosene, gas, alimenti) per queste festività però vuole limitare le spese per l’acquisto di animali (60 bufali, 70 capre, 110 galline) che durante il Dashain vengono sacrificati nei templi per propriziare le divinità. Di norma l’ente che finanziava i sacrifici principali di Basantapur (Kaushitoshakhana) spende intorno ai euro 20.000 annui. Oggi parla di tagliare le spese. In un paese diviso e con gruppi politici pronti a strumentalizzare e ampliare ogni questione, questa ipotesi ha provocato scontri fra studenti e polizia (proprio venerdì durante la Kumari Jatra) e, oggi, uno sciopero generale a Kathmandu.
In questo casino, il PM Prachanda, appena tornato dall’India preferisce ripartire subito per New York (Assemblea UN). Tornato a mani vuote dall’India si troverà più a suo agio fra i burocrati delle NU, più pronti a recepire le sue richieste (non dovendo rispondere a controllli o elettori) e riempire il paese di aiuti internazionali da dilapidare.
In India è stata riconfermata l’immensa sproporzione economica e diplomatica fra i due paesi. Il rinnovo del trattato sulla gestione delle acque del fiume Koshi rimane nelle mani indiani così come la direzione degli interventi necessari per evitare ulteriori disastri come quelli accaduti nell’ultimo mese. Gli sfollati iniziano a protestare, molti non hanno ricevuto aiuti, i giornali ne parlano sempre meno consapevoli, forse, che il loro destino seguirà quello delle migliaia di persone che ogni anno devono sfuggire da campi e villaggi per frane e inondazioni e vivere per anni in tende di frasche. Anche ieri 15 vittime nel Distretto di Kailali, nel dimenticato Nepal occidentale.
Altro punto il Trattato d’amicizia del 1950 che fra l’altro regola transiti, commerci e frontiere aspetti fondamentali per un paese landlocked come il Nepal. Entrambi gli accordi sono considerati sfavorevoli da Kathmandu, ma l’India, come già annunciato, li rivedrà a suo favore poiché vuole maggiori controlli alle frontiere e meno merci in dumping provenienti dal Nepal (nell’ultimo mese è stato seriamente ridotta l’importazione di prodotti tessili tramite barriere tariffarie). Ciò rischia d’aggravare l’enorme il deficit commerciale con l’India In a total trade of $ 2.3 billion, Nepal recorded a deficit of $1.1 billion in the financial year ending mid-July.
La stampa indiana si è incuriosita e ha seguito la visita del PM maoista Prachanda (fino a ieri sulla blacklist del terrorismo internazionale) ma il Big Brother continuerà a trattare con condiscendenza il piccolo e incasinato vicino e a farsi gli affari propri. Così come i DJ di Dheli continueranno a creare macchiette centrate sugli sprovveduti e ignoranti migranti nepalesi e i giornali a enfatizzare la chiusura dei dance bars, le manifestazioni di proprietari, ballerine e clienti e le denuncie dei gestori “Restaurant owners are forced to bribe huge amounts to the police officers to conduct night business to avoid continuous harassment. This has to end,” states the memorandum handed over to the Home Minister.
In Nepal, per tradizione il precario diventa definitivo, così sta accadendo per la Costituzione sembra non interessare più nessuno e rimane bloccata sulla composizione del Constitution Drafting Commitee. Allora il governo apre il libro dei sogni dell’economia e da Bhattarai (n.2 maoista) presenta il budget per il 2008\2009. Tasso di crescita fra il 7 e il 9% (le più ottimistiche previsioni danno il 5,5%),e grandi spese per lo sviluppo da finanziare tramite obtain Rs 47 billion of foreign grants and Rs 18 billion of foreign loan. Poi si parla, scrivono i giornali, di a number of populist programs. He has increased monthly allowance for elderly, widows, and disabled people and introduced slogans like Hamro Gaun Ramro Gaun (Our Village, Beautiful Village), New Nepal Healthy Nepal and so on. He has also set aside millions of rupees for providing relief to conflict-victims and families of martyrs. Quando finiranno i soldi (come è accaduto per la benzina) vedremo di nuovo fiumi di gente per le strade a protestare.
In queste condizioni, ai nepalesi converrebbe iniziare a donare fiori, sirdur e riso alle nuove divinità del benessere, che non hanno più l’affascinante nome di Lakshmi ma quello più prosaico di World Bank, Asian Development Bank, FMI, Unione Europea, UN che già, senza programmi né costituzione, hanno iniziato a buttare in Nepal milioni di euro. Pur infilando il Paese nei primi posti delle loro innumereveli statistiche come “no business friendly nation“