Yama alle Nazioni Unite

Ieri ultime riunioni famigliari per celebrare il Bhai Tika, la benedizione delle sorelle ai fratelli. La tika rossa viene messa sulla fronte dei maschi della famiglia, poi scambio di regali (normalmente piccole somme di denaro) e, infine tutti a mangiare un bel daal bhat. Gli astrologi hanno determinato l’orario propizio per (11,45-11,55) e in tutto il paese, buddhisti ed hinduisti, hanno compiuto questo antico rituale destinato a propiziare Yama, il Signore del Tempo e della Morte , per assicurare salute e prosperità ai maschi produttori. Gli uomini, concludono le feste del Tihar, riunendosi a giocare a carte; qualche volta scoppia un rissone come a Bharatichowk in Bara e a Pitauli con 11 feriti fra cui alcuni gravi. 

Curioso notare come su diversi siti di giornali italiani è comparsa (identica per tutti) una descrizione della festa del Kukur (cane) Tika, uno dei giorni del Tihar: La festa trae origine da una leggenda narrata nel poema epico indù Mahabharata, secondo la quale un cane era il fedele accompagnatore di un santo indù nel suo viaggio verso la vita eterna. Un po’ di superficialità e inesattezza, evento ricorrente quando vengono trattati fatti e tradizioni di queste parti (e non solo) da molti dei giornalisti italiani. Ricordiamo, fra l’altro, le immagini dei poliziotti nepalesi che picchiavano i tibetani spacciate come riprese in Tibet, il processo di selezione della Kumari, etc. 

 In realtà la benedizione del Kukur Tika, rientra nell’ antica venerazione di Yama (Panchak Yama, i 5 giorni di Yama), il terrifico Signore della Morte; figura che risale ai Veda che parlano di Yama come il primo essere umano che morì. Le fedi dell’Asia (buddhismo e hinduismo) hanno poi elaborato la sua figura e significato rendendolo un’emanazione di Shiva, il Signore del Tempo (Kala) e Vajrabhairava e Shinè per i buddhisti.

La storia sarebbe lunga ma questa è la sintesi. La sua venerazione assicura lunga vita e prosperità e favorisce il passaggio senza sofferenza nei diversi regni del Samsara da lui controllati, e l’eventuale fuoriuscita nel Nirvana, cioè il superamento del Tempo. Lui giudica e controlla, tenendo fra i suoi dentoni la Ruota della Vita (Bhavacakra), una delle più antiche e potenti rappresentazioni cosmologiche dell’Asia. Due insaziabili cani con quattro occhi e denti enormi sorvegliano l’entrate dei suoi mondi. Da qui, per evitare problemi, le offerte ai cani e ai messaggeri del Signore della Morte, i corvi. Il Tihar raccoglie tutte queste tradizioni e le collega attraverso mitici racconti

Il fratello di Jamuna era mortalmente malato ed ecco giungere Yama a prendere la sua anima, la giovane chiese al Dio di attendere per concludere le complicate cerimonie prescritte dalle scritture. La giovane continuò, per un anno, a venerare il fratello con continue offerte di fiori, incensi, preghiere. Quando Yama tornò, il giorno del Bhai Tika, fu impressionato dalla devozione di Yamuna concesse la vita terrena al fratello. Interi libri sono stati scritti sulle storie e leggende che sottostanno alle molte feste del Nepal e dell’India. Con l’avvento della Repubblica, sono state introdotte molte altre feste nazionali: l’Eid islamico (quest’anno festeggiato con pacifico sincretismo durante il Dashain hinduista), il Natale, il Losar (capodanno tibetano), le date dell’ elezione della Costituente, del Presidente della repubblica, dei Civil Servants (dipendenti pubblici) e continuano ad esserci richieste per nuove festività dai diversi gruppi etnici e castali. Già il Nepal era il paese delle feste con circa 90 giorni, in cui uffici e scuole sono chiuse.

Quest’anno il Tihar sì è allungato con l’arrivo di Ban Ki-Moon, l’invisibile (diplomaticamente) e cereo segretario generale dell’ONU.   Il Gran Signore delle Donazioni è stato accolto con fiori e preghiere dai bisognosi governanti nepalesi. Fra gli argomenti in discussione la partecipazione di militari nepalesi in peace keeping operations delle NU in Somalia e Chad. Si ricorda che Prodi, da mesi impegnato all’allenamento per la maratona di New York, dovrebbe essere lo speciale rappresentante delle NU (come un tempo Craxi) per queste attività in Africa. Ma, nessuno ha notato né segnalato che, tanto per cambiare, “The United Nations has wasted tens of millions of dollars in its peacekeeping operations in Sudan over the past three years, according to the findings of U.N. auditors examining the financial practices of the global body’s overseas missions” scriveva il Washington Post dello scorso 10 febbraio. http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/02/09/AR2008020902427.html?wpisrc=newsletter

 I controlli sono stati effettuati sulle operazioni che dal 2005 sono in corso in Sudan e Darfur dove, malgrado 20.000 uomini delle NU, continuano massacri e genocidi con oltre 2 milioni di morti. Il Darfur, come è noto, è uno dei più utilizzati strumenti pubblicitari per raccattare soldi da parte dell’industria dell’assistenza internazionale (grande e piccola). Fra finti progetti, contratti falsi e gonfiati, sprechi vari, che hanno arricchito il sistema mafioso che abitualmente ruota intorno alle NU diretto da funzionari delle stesse (che già rastrellano inutili stipendi d’oro) si legge: U.N. officers in Sudan have squandered millions by renting warehouses that were never used, booking blocks of hotel rooms that were never filled, and losing thousands of food rations to theft and spoilage, according to several internal audits by the U.N. Cioè mentre si chiede al mondo di inviare aiuti per chi muore di fame “si perdono migliaia di razioni di cibo”. Traduco per essere chiaro.  

La risposta delle NU ” This is seen as a witch hunt that is not warranted given the fluidity and complexity of that mission“.

La fluidità della missione… Speriamo che Yama se li porti via.

3 risposte a “Yama alle Nazioni Unite

  1. le tihar sono molto sentite in nepal. da nuwakot, lamatar e pokhara mi hanno spedito foto bellissime. in italia c’è molta disinformazione. io insegno e ho uno studente nepalese. insieme abbiamo parlato di come la sua famiglia festeggia in italia. anche questo è bello.

  2. Pingback: Nepal: World Food Programme dona riso marcio ai profughi « Crespi Enrico from Nepal (and Asia)·

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