Due grandi spettacoli in Cambogia negli ultimi giorni. Il più importante quella del Primo Ministro Hun Sen che è riuscito barcamenandosi fra Cina e Occidente a fare il pieno di aiuti internazionali. USD 215 milioni dalla Cina e, in risposta, USD 1 miliardo (USD 690 milioni nel 2008) dal gran cenacolo (UE, WB; ADB, UN) dei donatori occidentali.
La Cina, come è consuetudine in tutti i paesi in cui fa donazioni, non chiede niente in cambio riguardo alla gestione dei fondi se non vantaggi per le sue industrie nello sfruttamento delle materie prime nazionali e negli investimenti.
Infatti, l’astuto Hun Sen per giustificare l’arrivo del denaro cinese e in base alle esperienze del passato si è subito affrettato ad assicurare che the government would not grant any new land concessions for logging e proteggerà le risorse naturali nazionali (legname, pesca, aree protette).
Infatti, la colpa della depredazione passata l’ha girata al suo vecchio alleato, il Principe Norodom Ranariddh che, per smantellare il suo partito Funcipec, è stato accusato di ogni crimine negli ultimi anni, fino a costringerlo all’esilio. “We are better off to keep the forests as a national reserve, and not try to get money from logging.” He blamed his previous coalition government allowing the government to fall into anarchy” with profit-making schemes such as logging.
A differenza dei cinesi, la gran consorteria dei donatori occidentali (EC, WB, ADB, UN, etc.) è costante, ogni anno nel richiedere leggi contro la corruzione, controlli nella gestione degli aiuti, procedure e norme. Un rituale tanto scontato quanto inutile che ha fatto ridere anche i beneficiari cambogiani. But the donors’ requests for reform and the government’s promises of action sound sadly familiar, indicating that a decade-old pattern of rewarding inaction with aid has not been broken, scrive il Post.
L’annuale meeting (Cambodia Development Cooperation Forum) dei donatori a Phnom Penh è stato il solito teatrino d’avanspettacolo, con vecchi attori scoppiati a furia di ripetere le stesse battute. Speaking on behalf of donors, Cambodia’s World Bank country manager, Qimiao Fan, urged the government to quickly pass the anti-corruption law and to use the pledged aid effectively. Abbiamo visto l’efficienza della ADB in un post passato.
Prime Minister Hun Sen on Thursday opened the meeting with a new promise to donors that he would fight corruption by passing long-awaited anti-graft legislation as soon as possible. (Dal Phnom Penh Post).
C’è da dire che al teatrino, come è diffuso globalmente (il 50% dei progetti della WB ha come partners ONG, 1500 ONG fanno parte dell’Ecosoc UN e partecipano ai vertici come quello di Davos), erano presenti anche le ONG, dimostrando l’abituale subalternità e dipendenza dal denaro pubblico (le nostre tasse).
“They said exactly the same things last year, the language is the same, the outcome is always the same – we finish the ritual with a stamp of approval [on the government’s development plans] and then its back to business as usual, scrivono i giornali cambogiani.
Qualcuno ha storto il naso: il principale ( e unico) oppositore Sam Rainsy ha dichiarato che l’enorme flusso di aiuti internazionali, aumenterà “a beggar mentality that makes Cambodia remain irresponsible and corrupt”.
L’autorevole economista cambogiano Sok Sina “A real friend who cares helps a country help itself. It’s not about giving money to a country to spend however it wants. I think [donors] don’t see that a lot of assistance has not been effectively used. How can the country be improving if it requires more assistance?” Yet, neither questions of the efficiency of aid nor a looming global recession that is hitting many of Cambodia’s key donors hard are likely to spark a drop-off in aid. Che altro dire.
Qualcos in effetti c’è. L’inutile torero Rafael Dochao Moreno, (capo missione della European Commission in Cambogia) puntualizza “The EC presence here in Cambodia shows one of the European values and principles: solidarity.”
Dimentica d’aggiungere che l’aumento degli aiuti dipende essenzialmente dalla competizione con la Cina per il futuro controllo degli ingenti giacimenti petroliferi e di gas scoperti al largo di Shianoukville.
Per rimanere negli sprechi della banda dei donatori internazionali, continua il processo agli ottuagenari superstiti Khmer Rouge. E’ una cosa patetica e una vergogna assistere alla sfilata di anziani ormai svaniti e malati come è accaduto l’altro ieri per Ieng Sari, vice-primo ministro e ministro degli esteri durante la dittatura di Pol Pot.
Mentre va avanti la farsa, le NU tengono segreto il rapporto relativo ai casi di corruzione fra i funzionari del processo, già scritto e consegnato a settembre da una speciale commissione.
Meglio vedere l’altro spettacolo avvenuto fra gli antichi templi di Angkor Wat, dove hanno suonato i The Click Five, le rockstars cambogiane Pou Khlaing, Meas Soksophea, Sokun Nisa e Chorn Sovanreach. Poi Placebo con i classici “Meds” e “Teenage Angst”. Il tour, hanno cantato anche Shianoukville, è stato organizzato da MTV per raising awareness and increasing prevention of human trafficking. Gran festa fra gli oltre 2000 giovani cambogiani presenti..
Buongiorno. Non conoscevo il suo blog.
Mi permetto di segnalarle:
asiaedintorni.blogosfere.it
1972.splinder.com
A disposizione per eventuali approfondimenti.
Cordiali saluti.
Enzo Reale
Grazie Enzo, diamoci pure del tu.
Gia’ 20 anni fa’ Thomas Sankara aveva lucidamente descritto il meccanismo perverso dell’assistenzialismo… ma la formula e’ troppo ghiotta, tutti vincono (tranne la gente) e cosi’ si perpetua questa logica.
Quando hai tempo parlaci del processo ai vecchi Khmer Rossi… che possano fare pena, ok. Che sia quasi una farsa, ok. Ma scusa, dove sta lo sbaglio nel processarli? O__O
(lo so che non dovrei tirare in ballo i nazisti, ma e’ piu’ forte di me: quel porco di Priebke meritava il processo anche se ultranovantenne)
Hai ragione, è un bel ricordo quello del leader africano Thomas Sankara.
Penso che i processi abbiano un senso se fatti per riscontrare fatti e irrogare punizioni, sia nel caso di Priebke che dei Khmer Rossi questo non può avvenire a decenni di distanza. Forse bisogna domandarsi perchè i processi non sono stati fatti allora, quali interessi li hanno impediti e forse processare chi ha protetto, allora, questi criminali. Anche in Cambogia è lo stesso, un processo fatto alla caduta di Pol Pot avrebbe coinvolto la Cina e tutta la classe politica (ex Khmer Rouge) che ancora governa la Cambogia. Ricordiamoci poi che i Khmer Rouge (compresi i processati oggi) furono finanziati dagli USA, dai cinesi e dai thailandesi per combattere i Vietnamiti quando occuparono la Cambogia.
Infine, contrariamente a Priebke, qui si è montato un baraccone inverosimile che è già costato qualche centinaia di milioni di dollari (con corruzione connessa), in un paese in cui 1\3 edlla popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno.
Ok, sempre preciso e accurato come al solito 🙂
(dissento sul fatto: non ha senso processarli dopo decenni; certo, era meglio farlo appena possibile, ma come si suol dire: qualcosa e’ sempre meglio di niente)
dati i complimenti, accetto il dissenso