maoisti in Nepal: botte da orbi ai giornalisti

alliancegiornaleBotte da orbi ai giornalisti di Himalmedia, che fra l’altro pubblica il mensile Himal, uno dei migliori dell’intera Asia, nonché il settimanale Nepali Times reo di aver pubblicato un articolo di dura critica ai sindacati maoisti. Oggi, fra i picchiati, anche l’editore, giornalista famoso in Nepal, Kunda Dixit, da sempre progressista, anche nei tempi peggiori. Un gruppo di 50 maoisti, identificati come appartenenti ai sindacati All Nepal Trade Union Federation, Hotel and Restaurant Workers Union e Media and Press Union, ha devastato gli uffici dei giornali a Patan picchiato duramente 12 giornalisti, concludendo un mese di minacce e violenze.
Il ciclo politico, finite le feste e in attesa del lontano e pacificatore monsone, sta volgendo al peggio come scritto in altro post.

Gli studenti del Partito del Congresso manifestano, con violenti scontri con la polizia, quasi quotidianamente, i gruppi Madhesi minacciano l’uscita dal governo, tutti i partiti d’opposizione stanno boicottando l’Assemblea Costituente. Cresce la tensione per alcune questioni non risolte quali le vittime maoiste pre e post conflitto, le case e terre sequestrate dai maoisti e mai restituite, i 349 quadri maoisti assolti per i crimini compiuti con una sorta d’amnistia. Le vittime protestano e i partiti d’opposizione fanno sponda. I due principali partiti di governo maoisti e comunisti moderati sono perennemente ai ferri corti e i loro giovani militanti si picchiano per tutto il Nepal. Poi, l’economia che sta cedendo in modo irrevocabile, con il problema energetico drammatico (e si profila un aumento dei costi già alti della bolletta elettrica).
L’articolo contestato (Hooliganism of Maoist trade union) raccontava gli extremist behaviour of Maoists who are threatening businesses and the media, delle minacce e estorsioni agli imprenditori, e alle conseguenze di queste violenze su investimenti, occupazione e sviluppo economico del paese. Come avevamo scritto molte aziende hanno chiuso o minacciato di farlo.nepalitimes
Quadri e militanti maoisti, scrive il giornale, sono fuori dal controllo dei dirigenti al governo e segnala dell’impunità, generale e particolare, che regna in Nepal.
Si fanno anche i nomi, quello di Salikram Jamarkattel, (membro dell’Assemblea e capo dei sindacati) accusato di “extorting money from businesses, bombing and kidnapping owners who refused di accettare le loro richieste. Più che pensare ai diritti dei lavoratori, scrive il giornale, i maoisti extort money, get jobs for cadres and relatives and a strategy to control the business sector. Insomma si mettono in tasca i soldi e obbligano ad assumere propri parenti (cose che abbiamo letto, con forma diversa, a dire il vero anche in qualche post passato in Italia).
Questo picchiaggio è grave anche perchè avvenuto nella capitale e conclude un periodo durissimo per i giornalisti nepalesi. Più di 70 sono stati minacciati o picchiati dai differenti gruppi armati del Terai fra gennaio e giugno; 5 rapiti e due uccisi probabilmente ai maoisti. Già il Rapporto annuale (2008) di Reporters Without Borders, riportava The trade unionists and young Maoists used different method of harassing independent media.
In questa situazione di progressivo incasinamento è ricomparso il vecchio Re Gyanendra. La stampa locale e nazionale ha dato poco spazio alla sua intervista (2 dicembre) a un giornale in lingua nepalese e lui continua a vivere nell’isolamento fra la giungla della montagna di Nagarjuna, scrivendo un libro, forse, sulle manovre indiane che hanno portato alla sua deposizione.
Re GyanendraLa sua intervista ha rimesso in circolo alcuni concetti: quali le influenze straniere (indiane) contro il nazionalismo della monarchia nobody should tolerate foreign intervention; e le trame per deporlo (non sostegno della sua politica di pacificazione verso i maoisti, pressioni sui partiti democratici per isolarlo) prima della rivoluzione dell’aprile 2006. La certezza degli indiani era che la sua deposizione avrebbe fatto emergere come partito di maggioranza il Congresso di Koirala (filo-indiano) e isolato i maoisti (eventualmente da schiacciare militarmente). Scenario che non si è realizzato. Gyanendra ha ricordato agli indiani , con una punta di perfidia dopo l’attentato di Mumbai, che terrorism was terrorism…give it any name but then terrorism remains terrorism…it has no boundaries” e che, come gli stessi indiani pensano, il Nepal privo di controllo e con un governo maoista (dagli indiani stessi favorito) non può che favorire transito di armi e uomini.
Ha concluso chiedendo retoricamente al giornalista “But are the things better now“, rispetto al suo, comunque, fallimentare governo

3 risposte a “maoisti in Nepal: botte da orbi ai giornalisti

  1. Grazie Enzo
    relativamente alla tua segnalazione, fortunatamente sono casi isolati che rientrano nell’attitudine globale di chi porta, malamente, una divisa.

  2. Finranno per chiedere in ginocchio a Ghyanendra di tornare. Il Nepal è al capolinea e nessuno vede una via di uscita…
    Niki

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