Gran frullare dei generatori (e gran fumo) nelle strade e nelle case di Kathmandu dove la corrente elettrica è tagliata mediamente 10 ore al giorno (previste 16 con l’avanzare della stagione secca); le bombole di gas, usate per il riscaldamento e l’alimentazione, iniziano, con il freddo, come ogni anno a scarseggiare. Eventi che, come le feste, si ripetono ogni anno da almeno un decennio. Niente di nuovo nell’80% del Nepal dei villaggi dove si avanti a legna, candele e cherosene.
Da notare che il Nepal avrebbe una capacità immensa di produrre idro-energia ma, da decenni, tutti ne parlano ma nessuno agisce. Oggi vengono prodotti solo 619 megawatt, ma, durante la stagione secca e per il malfunzionamento di molti impianti, la produzione scende a 400 di fronte a una richiesta di 750.
Una persona ragionevole si domanda perché con aiuti internazionali pari a miliardi di euro solo nell’ultimo decennio nessuna abbia vincolato gli aiuti allo sviluppo del settore energetico oggi in stato d’emergenza. E’, altrettanto ovvio, che un aumento della produzione d’energia elettrica avrebbe ricadute sull’inquinamento (al posto del diesel per i generatori), sulle spese insostenibili per il petrolio e, in generale, per le condizioni di base per uno sviluppo economico.
Per adesso il governo continua a formare comitati (energia, land grabbing dei maoisti, integrazioni armi) mentre, come preannunciato in un precedente post, la situazione politica s’inasprisce. Scontri fra polizia e studenti del Congresso, minacce di ritiro dall’esecutivo di diversi partiti, rischio d’inasprimento della situazione del Terai. Il Presidente del Madhesi Janaadhikar Forum Upendra Yadav has threatened that his party would quit the government if the ‘One Madhes, One Pradesh’ demand were not met. “Our party will launch an agitation and will quit the government if our demand were ignored, scrivono i giornali. Nepali Congress (NC), Rastriya Prajatantra Party (RPP) and Rastriya Janashakti Party (RJP) cioè i partiti dell’opposizione stanno boicottando l’Asemblea Costituente per protesta contro il disinteresse dei maoisti riguardo alle proprietà da loro requisite durante il conflitto e mai restituite ai legittime proprietari e alle violenze dei gruppi maoisti affiliati (YCL, giovani maoisti e sindacati).
Il nervosismo serpeggia anche fra la gente perché oltre ai normali disagi si aggiunge quello di non vedere il popolare reality show Indian Idol 4, autentica follia collettiva, per giovani e famiglie.
Nei tempi passati la gente impazziva per la trasmissione a puntate del Mahabharata, l’epica e religiosa epopea che racconta la leggendaria battaglia fra i Kaurava e Pandava, quando l’elettricità saltava e si perdeva qualche episodio veniva assalita la NEA (Nepal Electricity Authority). Un evento che potrebbe ripetersi, anche ora, avvicinandosi alla finale di Indian Idol4.
Il programma (un format mondiale) dura sei mesi e prevede una progressiva selezione dei partecipanti, giovani cantanti e ballerini. In giugno a Bombay dei primi 100 candidati ne furono selezionati 30, per il Spectacular round, ancora in corso. La finale ne raccoglie solo14, selezionati dal pubblico ogni venerdì sera tramite milioni di SMS da novembre a febbraio. Infine il Gran Finale con solo 2 competitori.
Durante il lungo tragitto, vi è sempre qualche vittima come la sedicenne Shinjini Sengupta di Calcutta, paralizzata e ospedalizzata per lo shock di essere esclusa.
Il venerdì sera tutti a casa a seguire il programma con in mano il telefonino per votare per Kapil Thapa, il giovane militare di Dehra Dhun, d’origine nepalese.. L’autorevole Times of India scrive preoccupato: The question is, can or should the Indian Idol be decided by Nepal? Would America accept the results if Nepalis managed to vote from Nepal or raised funds to abet a Nepali-origin contestant’s victory in American Idols? For that matter, would Nepalis accept it peaceably if Indians vote during the Nepali editions of the Idol in Nepal and push the winner they want?
L’anno scorso fu il delirio. In gara vi era Prashant Tamang , un giovane poliziotto di Darjeeling, d’origine nepalese che ha coaugulato i sentimenti nazionali dei nepalesi in patria e nella diaspora indiana. Allora si poteva votare solo con SMS dall’India e allora, a Kathmandu a Darjeeling, la gente raccoglieva soldi per spedire SMS, dal confine altri si spostavano in India per votare. La vittoria finale del giovane Prashant ha scatenato manifestazioni di giubilo in tutta l’Himalaya, da Kathmandu al SIkkim. Grande festa anche per i gruppi indipendentisti del Gorkhaland (Gurung’s Gorkha Janmukti Morcha e Gurkha People’s Liberation Front) che hanno fatto propria la vittoria ribadendo la nepalesità delle area di Darjeeling, Kalimpong e SIkkin e l’urgenza di uno stato (nell’ambito dell’Unione indiana) autonomo. I nepalesi della madrepatria hanno celebrato una piccola rivalsa contro il gigantesco e
intrusivo vicino.
Per il giovane Prashant, dopo un iniziale successo, ricevuto a Kathmandu come un Primo Ministro, spettacoli a Londra, Thimpu e USA, la carriera sembra non decollare.
E’ però interessante notare che tanti personaggi che mantengono viva e attuale la cultura nepalese, nel campo cinematografico, musicale ( Amber Gurung di Darjeeling è l’autore del nuovo inno nazionale nepalese)o letterario provengono dalla diaspora nepalese insediata nell’area di Darjeeling, Kalimpong e anche Sikkim, da generazioni.
ora capisco perchè i miei cari amici nepalesi sono disperati per il fatto che non riescono a mandarmi mail regolarmente……..