L’amico giornalista Rajendra mi scrive da Janakpur, profondo Terai, l’uccisione, e il modo in cui è avvenuta, della giovane giornalista Uma Singh (25 anni) l’ha lasciato esterrefatto, incapace di comprendere in quale fondo siano finito tanti dei suoi compatrioti. Un fatto impensabile nel Nepal di solo quindici anni orsono, una tristezza infinita.
La storia di Uma Singh è tragica. Il padre e il fratello furono rapiti dai maoisti tre anni orsono e uccisi. Quello che restava della sua famiglia (la madre, una sorella e qualche bambino) hanno assistito, impotenti, all’invasione della sua casa da parte di venti banditi e alla sua uccisione a colpi di kukri. Lei aveva investito se stessa nel suo Paese.
Si è dentro a un vuoto morale e politico, riempito dall’ impunità garantita alle bande affiliate ai partiti politici principali e, nel Terai, ai gruppi politicocriminali che comandano in tutte le zone di confine. Poi, i capobastone, legati ai politici nazionali, che esercitano il controllo sulle prebende, i posti i lavoro, gli aiuti internazionali che giungono alle sfasciate amministrazioni locali. Una lotta di potere feroce, confusa, che coinvolge bande di indiani bihari, guerriglieri naxaliti (maoisti indiani) e ha obbligato l’India a irregolari intrusioni nel territorio nepalese per reprimere la criminalità e garantire la sua sicurezza. Niente stato, legge, morale.
Uma, dalla polverose e decadente città di Janakpur, un tempo sede del mitico regno dei Mithila, di Rama e Sita, raccontava tutto questo per un giornale (Janakpur Today) e una radio locale.
Aveva anche raccontato, fra l’altro, dell’emergente capobanda Matrika Yadav, maoista che, allettato dalle facili ruberie, stava formando un suo gruppo locale sfruttando il separatismo Madhesi. Ha descritto il sistema delle “donazioni” (ereditato dai maoisti) praticato da decine di gruppi armati che si spacciano per indipendentisti. Some groups send letters asking Rs 2,000 and Rs 50,000 as donation. On the other hand, Khumbuwan Rastriya Mukti Morcha’s demand ranges from Rs 25,000 to Rs 5 lakhs. Chi sgarra è rapito, picchiato, l’attività distrutta.(descritto in altri post)
Questo è il contesto mafioso in cui è avvenuta la sua esecuzione. Sono i giovani, come Uma, che stanno vedendo svanire il loro investimento di speranza nel “nuovo Nepal”.
Nei giorni passati un giovane giornalista , Dambar Shestra (nella foto) era rimasto sconvolto dall’assalto alla sede del suo giornale a Kathmandu e dalle botte che aveva preso. Non tanto per quello che era accaduto, ma per il concreto e personale scontro definitivo con la realtà. Ricordava l’idealismo dei maoisti intervistati sulle montagne e di come vide, in questa gente in gran parte proveniente dai villaggi, una novità positiva nello stagnante Nepal. Tutto definitivamente cancellato dalle violenze e dall’incapacità in quest’ultimi mesi che sarebbero dovuti essere di pacificazione e costruzione.
Anche Manjushree Thapa, la giovane autrice di diversi libriracconti sulla vita sociale e politica nepalese ha scritto (sul Kathmandu Post del 3112) come il Nepal stia perdendo un’altra opportunità Alright, before and after 2006 the world has in many ways held Nepal back, supporting petty dictators and profiteering off poverty via the aid industry. But in 2006 the world said to Nepal: alright, what you want you shall have.
Disonestà, finta stupidità, intentions which are narrowly self-serving, sono gli elementi che hanno tranciato queste opportunità. La sua speranza che la politica abbandoni queste idiozie.
Laggiù nel pianurone del Terai, Rajendra sconvolto dalla morte assurda di Uma non ci spera.
Tutti noi abbiamo la sensazione che le cose stiano precipitando… e che la stampa libera avrà vita breve se i maoisti resteranno al governo. Dispiace, in tanti avevamo sperato che stesse per cambiare qualche cosa, non avevamo fatto i conti con la mentalità delle classi alte nepalesi, che di fatto, sono ancora al potere nelle persone di Prachanda e Battarai.
Si è solo incrudelita la corruzione, l’ignavia e il fondamentale egoismo e disinteresse per il paese che c’erano già prima.
la notizia è presente oggi anche sul Corriere della sera in Italia. dicono che i responsabili siano gruppi autonomisti del sud est del paese ma che il movente è oscuro. A me il movente sembra chiarissimo. I miei amici nepalesi dicono che il motivo è legato ad una scomodità percepita dai nepalesi. Lo sapevano tutti che era in pericolo. anche alla radio lo sapevano tutti.
Il mondo resta a guardare la trasformazione di un paese. il mondo finge di non sapere perchè non ci sono interessi in ballo.
Vogliamo per caso far creare una Repubblica popolare nepalese? A chi i vantaggi? Qunati ne soffriranno?. Sono furiosa. Il guaio è che non sempre loro sono pienamente consapevoli, sopratutto i giovanissimi. Adesso sono fiduciosi per l’energia elettrica. Quando torna Prachanda, mi dicono, si risolverà il problema dei blocchi. e come? magari uccidendo altri giornalisti?
La stessa sera lo stesso gruppo è poi passato a minacciare una collega di Uma che adesso è sotto protezione. Ieri il corpo della ragazza è stato cremato e tutte le attività a Janakpur bloccate. Le proteste sono diffuse in tutto il paese. Speriamo che questa tragedia sia un turning point nella situazione del paese.
Singh often received threats from Maoists for crusading against the excesses of Maoist cadres through her articles and stories.
Fra i particolari che s’aggiungono sulla vicenda leggiamo oggi sui giornali nepalesi:
According to Singh’s sister-in-law Lalitadevi, her husband Sanjay and father-in-law Ranjit were abducted for failing to pay donation to Maoists. The Maoists had even captured their house at Ghurmi Khola, which still remains under Maoist occupation.
Si, Sonia, il Primo Ministro sta per andare a fare un giro in Norvegia e Finlandia (probabilmente per chiedere altri aiuti internazionali) dubito che possa risolvere un problema strutturale come quello dell’energia.