Sunil mi scrive da Mumbai, che torna sui giornali non per disgrazie. Racconta che il denunciante Tapeshwar Vishwakarma, presidente di un associazione sconosciuta per la difesa degli abitanti degli slums (Jhuggi Jhonpdi Sanyukta Sangharsh Samiti) s’è voluto fare un po’ di pubblicità, prima dell’uscita del film in India prevista per fine mese (Sunil l’ha visto a scrocco). Vishwakarma sta a Patna, come può rappresentare gli abitanti degli slums di Bombay; poi , l’accusa è labile: il titolo del film Slumdog, insulta gli abitanti delle baraccopoli.
I primi commenti fra i suoi amici bloggers indiani: There is nothing derogatory in the film title, what is derogatory is every Indian’s acceptance of these slums as a way of life! Haven’t we witnessed how ‘politely’ our Police addresses to people travelling in reserved compartments. Why can’t this person file a case against the Maharashtra government for allowing people to live in such inhuman state – without electricity, roads, toilets, bathrooms etc.
Il film è bello, già la stampa indiana ne aveva parlato, is Boyle’s gift to Mumbai. Un immagine della megalopoli devastata che rimane il magnete per il resto dell’India. Boyle riesce ad interpretare la città con dolcezza, lirica e amore, sotto tutto il sudiciume. Scriveva il Times of India.
Qualcosa è cambiato nella romantica Bombay descritta da Mira Nair (20 anni fà) in Salam Bombay (già il nome Mumbai) non certo la vita degli abitanti degli slums, ma l’aumento dell’ansia per il successo e il denaro, diffusa con il boom economico, la popolarità dei format televisivi americani, dove il protagonista del film trova la ricchezza.
Il gran truffone della Satyam, l’azienda gioiello dell’informatica (Sunil mi allega un articolo), riempie da settimane le pagine dei giornali con furti, bilanci truccati, soldi svaniti.
In questa corsa, a volte disperata verso il successo, s’inserisce il destino (karma) del giovane straccione (il vero significato di slumdog) descritto dal film. Riesce a uscire dalle mafie e dalle violenze, che restano la via più facile per guadagnare fra i giovani degli slums e raggiunge il sogno, di tanti nel mondo: essere milionario. Storia e scene riecheggiano molti filmoni di Bollywood; amore, un pò di violenza e il gran ballo finale.
Infatti il regista dice: non volevo fare un film sulla povertà, That never occurred to me. What I genuinely felt in my heart was the (slum) people’s massive spirit and massive determination to overcome terrible troubles. That’s how I approached it. ‘Slumdog Millionaire’ is a fairytale,’
Sunil aggiunge alcune informazioni sulla realtà. Secondo le leggi di Mumbai dirette a bonificarli i Jhuggi-Jhopri” means small roughly built house or shelter usually made of mud, wood or metal having thatch or tin sheet roof covering. Slum” means an area consisting of badly built, overcrowded houses, buildings or Jhuggi-Jhopri cluster;
Queste aree, sparse in ogni città dell’India, sono costruite su aree pubbliche, a volte fornite di basilari servizi (acqua e elettricità) o attaccate alle rete pubblica senza pagare. Molti degli abitanti, provenienti, magari da generazioni dai villaggi, fanno lavori normali, si recano in centro a lavorare, hanno aperto ogni genere di attività. A Mumbai, come in altre città, sono stati fatti piani e progetti per riabilitare queste aree, spostare gli abitanti in moderni casermoni (cosa non gradita) ma tutto si scontra con l’interesse e le connessioni fra mafie e politica che hanno, negli abitanti degli slums, manovalanza e voti facilmente acquistabili con promesse e minacce di sfratto.
Per quel che sa Sunil, il denunciante Vishwakarma è un po’ fuori da queste tematiche (complesse e sopra sintetizzate), ha ammesso di non aver visto il film, e di aver denunciato solo Kapoor e Rahman perché sono famosi in India. Probabilmente la corte non accetterà la denuncia.
Più concretamente Sunil si domanda come mai il libro da cui è nato il film Q and A (da anni in circolazione), del diplomatico indiano Vikas Swarup non sia stato sfruttato dai famelici produttori di Bollywood.
Anche il libro è ben scritto; parla della fortuna che sconvolge le esistenze. Il più grande cambiamento fra libro e film, racconta l’autore è stato il nome del protagonista da Ram Mohammad Thomas a Jamal Malik.
Da segnalare che il protagonista è un giovane musulmano, finalmente un eroe positivo, dice Sunil e non un bandito o terrorista. La madre è stata uccisa, durante scontri religiosi, da fanatici hindu (anche se nel doppiaggio italiano sembra il contrario); la ragazza ha il nome di una delle tante forme dell’hinduista Devi, l’Elegante Latika. Messaggi nuovi e positivi.
Sunil ha dei dubbi che il film avrà successo in India malgrado parli al cuore degli indiani, con amore, musica, soldi e karma.
24\1 aggiornamento: Sono iniziate in India le proiezioni del film Slumdog Millionaire in oltre 400 sale. Qualche turbolenza limitata a Mumbai con una dozzina di contestatori. In genere i giudizi degli spettatori sono molto positivi, mi scrive Sunil dalla città e anche dal punto di vista finanziario dovrebbe andare bene. In questi giorni c’è la festa dell’Indipendenza e le sale sono piene al 70%.
Il film è stupendo. Credo che non sia offensivo per gli abitanti degli slum. L’immagine che dà è in realtà quella di un ‘India che sa credere nell’amore nonostante la corruzione che dilaga. E’ molto diverso dallo scenario di Seketu Mehta in Maximum City. La mafia locale è la stessa ma l’opposizione religiosa è violentemente sfumata. Si, in Italia sembrano essere i mussulmani a fare irruzione….ma ad un certo punto si vede l’immagine di Rama. Credo che questa sia una scelta non casuale. Comunque la storia è bella. Non poteva essere un copione da Bollywood, non ci sono i presupposti perchè è abbastanza tragico, anche se estremaente divertente, direi umoristicamente indiano. Si poteva forse risparmiare il balletto finale. Ma credo che Boyle lo abbia fatto di proposito, per prendere simpaticamente in giro Bollywood. Non so se agli indiani piacerà, c’è poca musica e gli attori sono veramente bravi, sopratutto Anil Kapoor. Le musiche sono spettacolari.Rahman non è nuovo a così ben riuscite performances. Adesso sono in ballo 10 candidature all’Oscar e una è sicurament per la musica. Quelo che forse può non piacere ad alcuni indiani è il bacio finale..non celato…ma in realtà mi pare abbastanza casto. Molti indiani oggi sono abitituati agli eccessi americani quindi non ci dovrebbero essere problemi. C’è una frase del film che mi è piaciuta “Volevate vedere la vera India?Eccola”, dice il ragazzino-slum a dei turisti derubti che assistono al suo pestaggio! A volte gli occidentali si fanno un’idea idealistica dell’India, un paese meraviglioso culla di difficili quanto appasionanti contraddizioni. Quello che è contraddittorio raccoglie però la purezza di due polarità che cercano disperatamene di brillare. Facciamole brillare
Per completare il bel commento di Sonia.
Nel dibattito è intervenuto anche un vecchio attore scoppiato di Bollywood, Amitabh Bachan, criticando duramente il film per l’India descritta as a third-world, dirty, underbelly developing nation.
Gli ha risposto sul Guardian, ripreso da Kathmandu Post, un giornalista indiano che gli ha ricordato come Bollywood si è sempre dimenticata di raccontare Poor Indians, like those in Slumdog, do not constitute India’s “murky underbelly” as Bachchan moronically describes them. They, in fact, are the nation. Over 80% of Indians live on less than $2.50 (£1.70) a day; 40% on less than $1.25. A third of the world’s poorest people are Indian, as are 40% of all malnourished children. In Mumbai alone, 2.6 million children live on the street or in slums, and 400,000 work in prostitution. But these people are absent from mainstream Bollywood cinema. Già nel post avevamo segnalato come il libro da cui è tratto il film è di un indiano, scritto bene e con amore verso il suo paese. Nessuno, in India, ha pensato di farci un film.
Anche in Nepal polemiche per un altro film (qualcuno ha protestato davanti all’ambasciata indiana) questa volta di Bollywood, Chandni Chowk to China’ .
L’accusa: nel film è detto che Buddha nacque in India (e non a Lumbini in Nepal). Per evitare storie il film è stato tolto dalle sale (non è una gran perdita). Richieste anche le dimissioni del ministro Jha (Minister for Local Development) non tanto perchè le amministrazioni locali non esistono ma perchè dichiarò “nobody knows what happened 2000 years ago on the context of Buddha’s birthplace”.