Da Mumbai, ancora su Slumdog e le famiglie

dharaviL’amico Sunil, da Bombay, vuole dire nuovamente la sua sulla nuova querelle relativa al film Slumdog, coincidente con il successo del film.
Tanto la notizia, che nasce da un inchiesta del Telegraph inglese che riporta le proteste dei genitori dei bambini protagonisti del film Rubina Ali (la bambina Latika) e Azharuddin Ismail (il bambino Salim) was paid 500 pounds for a year’s work while Azharuddin, who acted as Salim, received 1,700 pounds.
I titoli dei giornali di tutto il mondo (riportano l’articolo senza commenti e con titoli uguali e divisi in due categorie: Slumdog…’ children were under-paid, allege parents o Slumdog Millionaire bosses defend young Indian actors pay, fantasia poca.

Secondo Sunil la storia è andata così. Qualcuno di Bolliwood ha fatto il casting e ha scelto i due ragazzini. I genitori erano felici come  pasque, hanno visto circolare un po’ di soldi. Già contenti così,  hanno firmato il contratto senza pensare (conoscere) che potevano chiedere di più. I soldi sono volati via subito (magari il padre se l’è bevuti insinua il malizioso Sunil). Quando si sono accorti di aver fatto la figura dei polli (magari consigliati da uno delle migliaia di azzegarbugli che affollano il foro di Mumbay) e visto il successo del film (non necessariamente previsto) stanno cercando di tirar su qualche soldo in più. Tutto legittimo e naturale, senza tanti moralismi.
Gli amici bloggers di Sunil seguono questa sua lettura. To me, it seems as if the parents thought their kids would be their meal ticket and once that didn’t pan out, they are crying foul….and if anyone was exploiting their kids, I think it’s the parents… Feel the parents are just trying to get more money now that they have spent watever was given . Its best to make a scholarship for the kids than give money to these parents…..
The money should not be given to the kids parents but to a trusted advocate or lawyer who can see to it that the kids get the proper education and basic neccesaties till they are 18 or 21 and then the kids can make their own decisionsI fear that the parents will take their money and leisurely spend it for their benefit.
Questa è l’India, e, infatti, i giornali indiani hanno dato poco risalto alla vicenda.
A quanti turisti è accaduto di fissare un prezzo per una macchina con autista e poi trovarsi a litigare in mezzo a una pianura desolata con il guidatore che chiedeva più soldi per la benzina, le gomme, e minacciava di lasciarli lì. Lo stesso  accade ai trekkers più sprovveduti in Nepal che, se non pagano soldi in più rispetto agli accordi, si vedono mollare i bagagli in cima a un passo dai portatori.
Cose che succedono quando il divario economico fra chi paga e chi fornisce il servizio è enorme. Lo stesso, possiamo pensare, sta succedendo  intorno al film.
Le risposte dei produttori non mi sembrano assurde. Come per ogni intervento di aiuto ai bambini (vedi il sostegno a distanza) non si dovrebbero dare i soldi alle famiglie ma assicurare l’accesso all’educazione, alla sanità e a bisogni di base del bambino. Ciò  sembra fatto dai produttori di Slumdog per i due bambini.
Visto il successo economico  potrebbero fare un ulteriore, sensato, passo, come suggerito dal giornalista del Telegraph che ha fatto l’inchiesta, cioè creare un Slumdog Foundation diretta a promuovere l’educazione dei bambini degli slums. Visto il successo, un pò sorprendente del film, basterebbe il 5% dei profitti.

Una risposta a “Da Mumbai, ancora su Slumdog e le famiglie

  1. Quella della fondazione per l’istruzione mi pare la soluzione più sensata. Così almeno non se li beve il padre i guadagni di figli 😦

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