Kathmandu: Lo sciopero della Dea Bambina (Kumari)

kumari-bahal-assediato-dalle-nuove-costruzioniSegni di sfiga, raccontano i vecchi Newari, stanno continuando a manifestarsi in Nepal. La controversia sulla sacra città di Pashupatinath, il pinnacolo mobile di Machendranath caduto e, infine, la rottura del carro cerimoniale che trasporta la Kumari, protettrice del Paese da secoli e emanazione terrena di Kali Durga, terrifica e benigna Dea Madre. 
La causa dell’ultima disgrazia è la finale di Indian Idol 4, quando migliaia di persone si sono radunate (causa mancanza di elettricità) a Basantapur per guardare da un maxi schermo (in realtà neanche tanto grande) la trasmissione. Nel grandissimo casino, la giovane Kumari non ha potuto dormire, ma, più grave, qualcuno ha danneggiato il sacro carro con cui la Dea Bambina è trasportata (la tradizione vieta alla Kumari di toccare terra)  durante le ricorrenze religiose. Giustamente i sacerdoti Newari che accudiscono la 14° Kumari, Matina Shakya (età 4 anni e nominata  l’anno scorso) hanno lanciato imprecazioni contro il già malandato governo che aveva permesso l’evento.
La Piazza di Kathmandu è rimasto uno dei pochi luoghi (pur attaccato da speculazione edilizia e traffico) in cui rimane, quasi intatto, l’antico fascino della  capitale. Statue, pagode, il vecchio Palazzo Reale e, appunto, la casa della Kumari (Kumari Bahal), costruita nel 1775 dall’ultimo Re Malla, Jayaprakash, (sconfitto e scacciato dalla dinastia Shah a cui apparteneva l’ultimo Re Gyanendra). Malgrado un’infinità di piani dell’UNESCO, visite di esperti internazionali, progetti vari, l’antica costruzione, tipica dei monasteri buddhisti Newari sparsi in tutta la Valle, fu restaurata l’ultima volta solo nel 1966.
La Piazza, da qualche anno, è a pagamento per i turisti (Rs.300\€ 3) ma i soldi provenienti da questo business chissà dove sono finiti, But none of the money is spent on the historic monuments. There is no renovation, no security and even no lights in the square, dichiarano i residenti.
La dimora della Kumari, come altri monasteri, palazzi e templi di Kathmandu, è coperta da intricate e bellissime decorazioni di legno e ottone, statue di divinità, potenti serpentoni protettori (Makara). Le entrate sono sovrastate da grandi Torana, archi di legno (in altri templi di argento, bronzo dorato, rame dorato) scolpito di estrema bellezza e tipiche dell’antica arte dei Newari, esportata in tutta l’Asia.
Nell’ultimo anno due torana sono stati rubati mentre un altro tentativo di furto è avvenuto la notte dell’Indian Idol. Fenomeno storico: dal Nepal e specialmente dalla Valle di Kathmandu, sono sparite migliaia d’opere d’arte nell’ultimo trentennio, spesso con la complicità delle “valigie diplomatiche” di personale delle ambasciate o delle NU o con la corruzione dei doganieri.
Diversi libri  riportano le foto dei reperti spariti. Raccontano i rigattieri che,  nell’ultimo anno (grazie all’insicurezza e impunità diffusa),  i furti sono ricominciati in maniera massiccia. L’unico intervento fatto dalle autorità e dall’UNESCO (che ha dichiarato la Valle e i suoi templi, ironicamente, Patrimonio dell’Umanità) è produrre dichiarazioni, grandi progetti e piani mai realizzati. L’unico intervento concreto l’hanno fatto i Guthi (parrocchie) che hanno protetto con grate di ferro statue e torana dei loro templi.
Per reazione a questa situazione d’abbandono, la Kumari ha iniziato uno sciopero bianco e non si presenta più a benedire fedeli e turisti (a cui è stato anche vietato l’ingresso nel Palazzo). Rimonta la tensione che portò, prima dello scorso Indra Jatra di ottobre, a duri scontri di piazza fra polizia e giovani Newari, che protestavano per i tagli di fondi, decisi  dal governo,  per la celebrazione della grande e antica festa dei raccolti e del saluto del monsone.
La sfiga tende, però ad allargarsi: è scoppiato un sexigate che coinvolge politici e un ministro (dopo le prediche e la minacciata chiusura dei sexibar); come in Italia si fanno grandi prediche e poi si razzola male.
Ben più grave, continua da quattro giorni la protesta dei Tharu nel Terai, proprio nei pressi del Parco naturale di Chitwan e della scuola dei Chepang, da noi costruita e gestita da Padre Michael a Tandi. Già si contano tre morti ed è stato decretato il coprifuoco nell’area. I Tharu, maggioranza etnica della regione, protestano per la loro inclusione nel gruppone dei Madhesi e conseguente perdita d’identità e posti pubblici in base alle quote.  (torneremo su questa notizia).

3 risposte a “Kathmandu: Lo sciopero della Dea Bambina (Kumari)

  1. Ciao Enrico, sono tornata da 10 giorni di Tailandia (non ne potevamo più e c’era lo sconto sul biglietto) e cosa mi ritrovo? Ancora 16 ore di power cut quotidiano e il rumor che presto arriveremo a 20…
    Ho una crisi depressiva addosso che prenderei a testate il muro. Intanto girano voci che il power cut sia voluto, che il bacino per la raccolta dell’acqua da usare durante la dry season sia stato svuotato durante i monsoni. Il nostro avvocato è andato fuori di testa (voleva emigrare a fare il lavapiatti) perché due grossi hydro project per cui lui lavorava (che avevano completato i rilievi ed erano pronti a partire con i lavori in questi giorni) hanno mollato dopo che 4 contadinotti hanno bloccato due piccole centrali elettriche perché volevano elettricità gratis 24 ore su 24. Motivo? perché abitano in zona. Queste company europee hanno detto e noi investiamo milioni di euro e poi questi ci bloccano tutto? By By Nepal!
    Scusa, ma quasi piango dalla depressione!
    Ciao Niki

  2. Ciao Niki,
    non posso dirti bentornata, vista la situazione. Si dell’energia e del blocco delle centrali ne avevamo parlato. Ora, come ogni anno da decenni, inizia a mancare l’acqua potabile nelle zone basse di Kathmandu, fino alle prime piogge di giugno (oltre al resto dei problemi). Che dire, in Nepal le hanno provate tutte: Monarchia assoluta, costituzionale, dittatura, repubblica (con l’intermezzo di due rivoluzioni negli ultimi ventanni. La mia analisi: chi arriva al potere (malgrado i programmi sbandierati prima) pensa a se stesso e al suo gruppo, dove c’è un pò di ricchezza qualcosa resta anche alla collettività (India, Italia). Ma in Nepal c’è nè poca.

  3. In tutto questo diastro non posso che pensare a Durbar Square la mattina presto, all’alba.. quando per un momento si ha l’impressione di osservare la magia di un paese sospeso…una magia che dura poco..lo so….ma é sempre meglio di niente.

    E pensare che ancora non vedo la nuova Kumari..speriamo che non faccia piú la preziosa per quando torneró!!!!!! 🙂 ))

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