I nepalesi, sappiamo, sono abituati a proteste di ogni genere. In questi giorni è il turno dei famigliari di un giovane steso da un auto dell’ Ambasciata americana che chiedono compensi, e lamentano (forse a torto, l” abbandono da parte dell’ investitore. Fatto strano perché di norma le auto degli stranieri dovrebbero essere assicurate. Ma ancora più strano è trovare gruppi di rifugiati somali a protestare davanti alla sede del Governo, il grande (e bello) Palazzo bianco del Singh Durbar, ereditato dai brillanti principi Rana.
La storia ha dell’ incredibile. Un gruppo di 72 per fuggire alla tragedia di Mogadiscio s’ affida a un’ agenzia di trafficanti d’ esseri umani (Hayat Agency) che gli promette, in cambio di una somma di denaro di migrare a Napoli (in inglese Naples), da lì s’ apriva l’ Eldorado della ricca Europa.
Invece di finire a Naples il gruppo di esuli finisce in Nepal per un banale errore di pronuncia, di comprensione o il solito truffone. I found that I had been cheated only after I had landed in Nepal, a place that I’ve found to be far different from what I’d imagined Italy ‘s Naples to be, racconta ai giornali uno degli ingenui migranti.
Ciò accadde nel 2006 e da allora vivono come rifugiati a Kathmandu, sostenuto con un sussidio di Rs. 4500 (euro 45) che permette poco anche qui.
I loro cartelli chiedono di non essere dimenticati (come sta accadendo da tre anni) e di trovare futuro e lavoro in un posto che dia qualche prospettiva in più del Nepal, anch’ esso terra di poveri migranti.
A Thamel la polizia è intervenuta contro un gruppo di dimostranti tibetani arrestandone una trentina. Protestavano per le sentenze di condanna a morte di due partecipanti alle dimostrazioni del marzo 2008 a Lhasa (l’ auspicio probabile è che verranno tramutate, come per altri 5 condannati , in anni di detenzione).
Il governo cinese sta manovrando con estrema durezza sia in Tibet che nel paludoso mondo della diplomazia internazionale per isolare il Dalai Lama. Anche il bulletto Sarkosy (dopo il Sudafrica) si è umiliato davanti al premier cinese Hu Jintao, firmando una dichiarazione sull’ appartenenza del Tibet alla Repubblica Popolare, nell’ ultimo vertice dei G 20.
Il governo nepalese aveva anticipato, prendendosi una riga d’insulti dai moralisti internazionali, questa politica tragicamente realistica. Come Sarkosy saranno felici anche i tour operator nepalesi che hanno visto un calo del numero dei turisti a causa della chiusura del Tibet, la sua riapertura promette l’ arrivo di qualche dollaro\euro in più.
ah ecco! ora capisco
Io e mio marito abbiamo visto sei somali per le strade di Lazimpat e non capivamo come vi ci fossero arrivati.
Grazie hai risolto un mistero.
Maria
A Kathmandu ne succedono di tutti i colori. Incredibili anche le partite di calcio dei nigeriani a Lainchour. Turisti d’affari (illeciti) ora in gran parte rimpatriati.
Negli ultimi 18 mesi, ben 82 donne nepalesi, migrate negli Emirati, si sono suicidate a causa delle violenze a cui sono sottoposte