Il 24 aprile è stato l’anniversario della Jana Andolan II, la rivoluzione dei rododendri del 2006. E’ diventata una festa nazionale che, però, a parte gli statali e quelli delle organizzazioni internazionali nessuno ha festeggiato. Negli stessi giorni, nessuno se ne è accorto, s’è sparsa la voce di un colpo di stato da parte di un settore dei militari. Piani precisi per arrestare tutti gli esponenti politici sono stati pubblicati dai giornali; poi è emersa, l’ipotesi probabile che fosse un invenzione dei maoisti per sbarazzarsi del gran capo delle forze armate, il generalone Rookmangud Katwal. L’operazione non è, però, sembrata funzionare perché, fino ad ora, gli altri partiti non hanno abboccato a consentire la sua rimozione.
Il paese è un po’ stremato: i raccolti sono stati scarsi, manca di nuovo la benzina, gruppi divisi di Tharu (uno dei leader più oltranzisti, ex-maoista è stato arrestato) hanno ripreso le manifestazioni nel Terai bloccando i rifornimenti alla capitale.
Su tutto il caldone d’aprile, nemmeno una goccia d’acqua, un gran polverone inquinato e autobotti che girano per la città per rifornire gli utenti.
Il generale (che comunque andrà in pensione fra sei mesi) è considerato, dall’opposizione del Congresso e da parte del partito al governo UML (comunisti moderati) l’ultimo bastione contro un ipotetica dittatura del maoista Prachanda.
Lui s’oppone all’entrata dei miliziani (19.000 uomini) nell’esercito regolare, alla messa a riposo di una dozzina di generali (da rimpiazzare con fedeli al governo), alla ufficializzazione dell’Esercito Popolare; clamorasa la protesta dell’esercito negli ultimi Nepal Game a cui hanno partecipato squadre del PLA (People Liberation Army).
Che voglia ritagliarsi uno spazio politico per sé stesso dopo il ritiro, data la pochezza dei personaggi dell’opposizione è l’ipotesi più probabile ma non è escluso che vi sia un intento più immediato, cioè favorire le spaccature nella maggioranza di governo.
L’esercito rimane l’unica struttura organizzata e funzionante del paese e, dunque, una forza potente e per ora unita. Anche al suo interno, però, si stanno aprendo varchi favorevoli al potere. Il vice capo delle Forze Armate Kul Bahadur Khadka. S’è proposto come alternativa e ha già dichiarato che le proposte maoiste, relative all’integrazione dell’Esercito Popolare, sono accettabili. Il mistero è chi pagherà un esercito già sovradimensionato e due forze di polizia (le spese per le forze di sicurezza si succhiano il 18% del PIL).
E’ dell’ultima ora la proposta salomonica dell’UML di rimuovere tutti i contendenti: il ministro della difesa maoista e i due generali.
Intanto il carro del Rosso (Rato) Machendranath, Signore e Controllore del prossimo monsone, stà per iniziare il suo viaggio nella Valle. Se il suo altissimo pinnacolo reggerà, forse, alcuni problemi si risolveranno, se cadrà (come accadde l’anno scorso) i tempi duri per il Nepal sono destinati a continuare. Contemporaneamente sono sfilati ieri sera 5.000 maoisti che hanno richiesto il controllo civile (cioè del governo) dell’esercito.
Che tristezza, inizialmente i nepalesi pensavano che i maoisti si sarebbero liberati dei politici corrotti e avrebbero imposto qualche forma di struttura ora hanno solo paura e incertezze. Io non ho mai conosciuto la gente ‘comune’ del nepal e non so cosa pensano ma conosco quelli che ‘stanno un po’ meglio’e hanno una paura matta di rapimenti e rivendicazioni sindacali (anche quando sono dei datori di lavoro onesti), temono che i maoisti si impossessiono delle loro case e terreni e sono stremati dalle difficolta’ che stanno affrontando per continuare a fare affari.
e’ veramente un periodo di incertezze, speriamo che tutto si risolva presto.
Maria