Nepal: nasce il Buddha e , forse, un nuovo governo

buddhaSi celebra il Buddha Jayanti (2552 anniversario della nascita) a Lumbini dove nacque, negli stupa di Kathmandu e nelle pagode della Cambogia e di tutta l’Asia Buddhista. Si considera questa una giornata di pace, si offrono fiori e incensi alle statue eternamente sorridenti di Siddharta Gautama. In Nepal la pace sta deragliando, la crisi politica è virata verso una soluzione che non può che creare casini e, infatti ne sta già creando.

Il Congresso ha manovrato per rimettere in piedi un vecchio marpione del palazzo, l’ex-leader del CPN (UML) Madhav Kumar Nepal. Già negli anni ’90 Primo Ministro di un corrotto e inefficiente governo. Addirittura una parte del partito si scisse a causa del trattato sulla gestione delle acque del fiume Mahakali con l’India che , secondo, molti fu una svendita di risorse idriche ed energetiche (a beneficio della casta). Il Communist Party of Nepal, d’antica tradizione e frazionato al suo interno, prese una sonora bastonata nelle ultime elezioni che dettero la maggioranza relativa ai maoisti.

La risposta a queste manovra è la ripresa delle attitudini violente dei maoisti verso gli oppositori. Le minacce ad attivisti degli altri partiti si stanno estendo a tutti i distretti. I maoisti hanno detto che non parteciperanno a un governo diretto da altri. Ciò significa che non torneranno “nella giungla” cioè alla guerriglia ma tutte le questioni aperte (costituzione, esercito, integrazione PLA, riforma dello stato) s’insabbieranno inevitabilmente. Immagino già i continui bhanda (scioperi), julus (manifestazioni) che seguiranno alla formazione di un governo di maggioranza senza di loro. Se tutto va bene si fermeranno alle manifestazioni ma la base è, come si è visto, abbastanza incontrollabile dai più moderati vertici. Per adesso chiedono, per partecipare al governo, le dimissioni del Presidente della Repubblica, accusato di aver sostenuto la fronda dell’esercito. Tutto può accadere anche che gli altri partiti accettino,  in un grandioso scambio di poltrone.

Intrighi e accuse: i maoisti hanno già accusato gli altri partiti di comprare con soldoni membri dell’Assemblea Costituente, gli altri hanno utilizzato il video di Prachanda per accusarlo di aver distorto i soldi dei finanziamenti per le vittime del conflitto verso le casse del partito (e forse le sue e quelle del gruppo dirigente).

Dopo aver premuto in ogni modo sembra uscire vincente l’UML (il terzo partito come numero di seggi dopo maoisti e Congresso). Sarebbe una vittoria (sicuramente di Pirro) presiedere il governo dopo la sonora sconfitta elettorale. Può servire,  pensano i dirigenti, per riguadagnare visibilità nel stesso mercato elettorale dei maoisti. Ma, anche l’UML, non se la passa bene. Fino a poco tempo fa si pensava addirittura a una scissione fra l’ala più dura (che intende mantenere il partito nella confusa tradizione marxista-leninista in cui ancora si colloca) e un ala moderata socialdemocratica possiamo dire. In più il partito soffre per entrambe le collocazioni essendo schiacciato a sinistra dai maoisti e a destra dall’annacquata socialdemocrazia del Congresso.

Si racconta addirittura che l’attuale segretario generale Jhala Nath Khanal (teoricamente un moderato) fu eletto grazie al tacito supporto dei maoisti e ora dovrebbe ripagare il favore. Stagione d’intrighi alla faccia della gente.

3 risposte a “Nepal: nasce il Buddha e , forse, un nuovo governo

  1. Ciao Enrico, non credo che il Congresso ce la possa fare. i nepalesi sono molto confusi in questi giorni..un pò tutti..di qualsiasi fazione.

    Le violenze riprese da parte degli oppositori non sono solo verso gli oppositori “politici”..ma anche verso chi cerca di capire cosa succede e non si schiera direttamente dalla loro………..è evidente.

    Neanche gli occidentali mi paiono tanto al sicuro….forse i turisti di Thamel imbambolati dal Resham dei bazar!!!

    I maoisti hanno detto che non parteciperanno a un governo diretto da altri: vedo difficile l’affermazione di un governo diverso, non ci sono le forze per farlo. Credo nella grande forza di volontà dei nepalesi e del nepal in genere ma….è troppo presto. ci sono in ballo troppe tensioni e la gente, la gente comune, non gli studenti di casta alta o i rifugiati politici, ha paura. si, ha paura.

    Non torneranno “nella giungla” cioè alla guerriglia ma tutte le questioni aperte (costituzione, esercito, integrazione PLA, riforma dello stato) s’insabbieranno inevitabilmente: ci voglio sperare che non tornino alla guerriglia, ci voglio proprio sperare….i nepalesi ci credono…confidano in questo…ma sarà il tempo a decidere se ciò avverrà…dieci anni di guerra civile non si cancellano certo con un colpo di spugna. Le questioni in ballo si sospenderanno, questo è certo…ma verranno sicuramente riaffrontate con calma…del resto i lavori per la costituente mi pare procedessero con estrema lentezza….

    La richiesta di dimissione di Yadav è comprensibile, non possiamo dimenticare che si è “intromesso” nelle decisione e nei punti di vista del Prachanda….anche in Italia il duce-Berlusconi non lo permetterebbe mai………..è solo il presidente della repubblica!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Negli intrighi e nella corruzione è difficile stabilire chi ha ragione. Certo, parlare di politica nepalese pulita è difficile…ma oggi, quale lo è?

  2. Cara Sonia
    penso che tanti meccanismi, sistemi, personaggi della politica nepalese e, il generale menefreghismo per il cittadino, siano identici, in Italia. Lì vi è la nebbia della forma e dell’ipocrisia che cerca di nasconderli ai meno attenti. Il Nepal ha l’attenuante che non ha duecento anni di teorico sviluppo democratico.

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