Gran mangiate di dahichura (riso battuto), innaffiate dal chang, riso o orzo fermentato nei villaggi del Nepal per celebrare l’antica festa dell’inizio dei monsoni. Quest’anno in ritardo di due settimane (evento mai accaduto9 ma finalmente arrivato. ” The fluctuating weather system over the Bay of Bengal and northern India had pushed this year’s monsoon some two weeks back, against the early forecast of weathermen. Monsoon normally begins in the second week of June” dicono dal Dipartimento di meteorologia. Si preannunciano piogge torrenziali nei prossimi giorni che faranno felici gli agricoltori ma non chi abita lungo i fiumi, non curati e sempre pericolosi in questo periodo.
Senza il monsone il Nepal non mangia poiché solo il 21% della terra coltivabile è irrigata artificialmente, malgrado 40 anni di progetti internazionali dedicati all’acqua. Come ogni anno esploderanno epidemie di difterite nel Terai (acqua inquinata) e frane e straripamenti faranno fuori centinaia di persone e villaggi. Non è portare sfiga ma è un tragico evento che si ripete ogni anno anche qui malgrado miliardi di euro spesi per gestire i disastri. Inoltre il governo non governa e dunque tutto si fa più difficile. Segnale positivo: il Comitato Centrale dei maoisti ha rigettato la linea del duro Mohan Baidya (a dire il vero anche lui poco convinto) per un ritorno alla guerra popolare e accettato il morbido Prachanda che chiede un governo d’unità nazionale. Ipotesi accettabile anche dagli altri partiti e dall’India che sta manovrando per stabilizzare il paese.
La democrazia ottocentesca, fatta di riti, elezioni, spartizioni non sembra più funzionare (già diceva qualche anno fa l’amico politologo Francesco quando era in forma (carico). I tempi sono cambiati, le società più veloci, i diritti rappresentati dalle opportunità economiche più che dal voto e, quindi, bisogna cambiare tutto. La soluzione, valida anche per la dissestata (politicamente Italia) è votare solo per una lista di ministri, senza più parlamento, controllati da efficienti (non come accade adesso lottizzate e controllate dai controllori) corti costituzionali e dei conti. Se il governo fa dei casini, la sfiducia viene data dalla maggioranza dei governi regionali (eletti con lo stesso sistema). E, secondo, lui tutto fila senza tante perdite di tempo e soldi per la nomenclatura (nazionale, regionale, comunale, etc.). Un ipotesi da rivalutare quando si è meno carichi.
In Asia si è piantata anche l’alternativa monarchica che, anche quella, almeno qui non funziona. Troppo somari i sovrani. L’ex re Gyanendra Shah sta per compiere gli anni, isolato nel suo cottage a Nagarjuna non si è fatto più sentire ma sta preparando un discorso alla nazione, annunciano i suoi scarsi seguaci. Probabile contenuto: peggio di così non si può andare, i partiti si sono dimostrati ancora una volta inefficienti e corrotti, meglio che torni io. Come già scritto, è troppo tardi, poteva abdicare prima a favore del nipote, e non attirarsi le antipatie indiane e occidentali.
Il suo compleanno non muoverà più cavalieri, elefanti, popolo come accadeva nel passato. Stessa sorte, almeno per il compleanno, sembra subire il dimenticato Re della Cambogia Preah Karuna Preah Bat Sâmdech Preah Bâromneath Nai Preah Reacheanachakr Kampuchea, più noto come Norodom Sihamoni. Lui ha sempre preferito fare il ballerino più che il monarca ed è stato completamente soffocato dal potente, dinamico e populista primo ministro Hun Sen. Il padre, Norodom Shianouk, si è ritirato a Pechino dopo aver governato la Cambogia per 60 anni quando si accorse che, per anzianità, malattie, situazione politica non poteva contare più niente nel suo paese. Abdicò nel 2004 e fra la ventina di figli (legittimi e no) che generò durante il suo regno, gli fu imposto quello meno simile a lui. Timido e schivo, non amante delle donne, senza prole, privo del carisma populista e dell’arte del barcamenarsi del padre è finito a 55 anni a portare fiori all’ambasciata della Corea del Nord, che, sembra, fornisca nerborute e disponibili guardie del corpo (in senso stretto) al sovrano, large basket of flowers to the DPRK embassy in Phnom Penh on the occasion of the birthday of General Secretary Kim Jong Il. Written on the ribbon of the basket were letters reading “Glory to H.E. Kim Jong Il, the great leader of the Democratic People’s Republic of Korea. Cambodian King Norodom Sihamoni.” Scrivevano i giornali qualche giorno fa.
L’unico che se la passa bene (e detiene potere reale) è il Re della Thailandia (Bhumibol Adulyadej o Rama IX), amato dalla sua gente e gran controllore dei potenti generali e dell’esercito.
Se non derivassimo da scimmie col culo pelato organizzate in clan col maschio dominante, potremmo scrollarci via facilmente tutta questa storia del re… pensa che da noi c’è chi ha avuto il coraggio di votare il principe Saclà-Balla-Sotto-Le-Stelle.
Tante cose, malgrado le diverse latitudini e condizioni economiche, sono tragicamente simili fra la sviluppata Italia e il povero Nepal. L’ultimo ha più attenuanti.
…e il monsone mi pare sia arrivato..e anche bello potente no? Buon tutto
sonia
Belle botte d’acqua, qualche porblema in giro speriamo (Terai e frane in collina) che non esageri.