L’assistenza internazionale in Nepal

Il grafico illustra l’incredibile aumento degli aiuti internazionali diretti in Nepal (ma il trend è simile per molti dei cosidetti “donor darlings” , cioè i paesi in cui si concentra l’assistenza internazionale a prescindere dalle reali necessità). Uno studio (NGO aid – well targeted to the needy and deserving?) indica che le ONG hardly make use of their perceived comparative advantage of engaging in countries with “difficult environments,” i.e., under conditions in which government-to-government transfers are unlikely to work. Cioè vanno, generalmente, dove è più comodo. E si tratta di budget enormi ” annual budget of World Vision International, for example, exceeds the official foreign aid budget of Italy. Plan International spends more than Greece on development projects each year and the Save the Children Alliance more than Finland. In Nepal le ONG sono più numerose dei beneficiari.

Ma torniamo al Nepal e notiamo che l’assistenza ufficiale ha portato in Nepal oltre 3,5 miliardi di dollari dal 2006 (fine del conflitto) a cui si deve sommare almeno almeno un altro USD 1 ML dei donatori privati. Se quattro miliardi dollari fossero stati distribuiti direttamente ai 20.000.000 nepalesi avrebbero rappresentato un aumento del reddito procapite annuo di circa USD 200 annui. Se a questo si sommassero altri fattori ben più determinanti: rimesse degli emigranti, crescita (circa il 2% annuo) della produzione, etc, il reddito sarebbe dovuto aumentare di una cifra sensibilmente superiore.

In realtà non è accaduto poiché, secondo la World Bank, il reddito pro-capite è passato da USD 326 (2006) a USD 525 (2010), al lordo dell’inflazione e, come vedremo, anche tutti gli altri indicatori (sanità, educazione, etc.) hanno avuto crescite fisiologiche simili ad altri paesi con meno aiuti internazionali (se compariamo per esempio i dati del Buthan). La povertà è diminuita solo grazie alle rimesse dei migranti e solo nei centri urbani dove si è concentrata la bolla edilizia e finanziaria, le poche attività produttive e le mazzette dell’assistenza internazionale.

In molti post di questo blog abbiamo parlato di come queste masse di denaro (non solo in Nepal ma in altri paesi fortemente aiutati) siano mal utilizzate e come la responsabilità dell’infelice gestione sia sicuramente da addebitarsi alle classi dirigenti dei paesi beneficiari ma, principalmente, a chi dovrebbe avere la responsabilità di gestire e controllare questi fondi, cioè la burocrazia del sistema dell’assistenza internazionale (sia pubblica che privata). L’incapacità d’investire in maniera produttiva, lo sperpero del denaro in progetti inutili e incompiuti, in spese di struttura, nel bilòancio dello stato, il menefreghismo, la corruzione assimila, ONG e donatori istituzionali, ai peggiori sistemi politico-affaristici statali ( a cui il sistema è collegato) e ricorda sprechi e inefficienze di un paese esemplare, in questo, cioè l’Italia.

Per il Nepal se osserviamo i macrosettori in cui questo flusso di denaro avrebbe dovuto portare dei benefici viene da piangere. Dal 2006 è aumenta enormemente la migrazione sia verso l’estero (si parla di circa 2.000.000 di migranti) che verso le aree urbane, solo a Kathmandu sono calcolati circa 60.000 squatters. Ciò significa che la gente fugge dai villaggi dove nulla si è fatto per favorire l’agricoltura, l’irrigazione e i servizi sanitari ed educativi. Si è parlato ed investito nel “disaster management” ma poco si vede per controllare fiumi e colline (abbandonate dai contadini) e, con i prossimi monsoni, c’è da attendersi i soliti straripamenti e crolli; bus e jeep sovraccariche che si schiantano nelle strade dissestate dall’incuria (anche qui sono arrivati ingenti finanziamenti) e dal monsone

Di questi giorni, la gigantesca valanga caduta da una dei ghiacciaio del gruppo dell’Annapurna, che ha provocato lo straripamento del fiume Seti, la sua discesa a valle, trascinando con sé case e strade (si parla di 15 morti), scrivono i giornali: Various governmental and non-nongovernmental bodies have been involved in risk assessment of likely GLOF and other glacial events, but not much seems to have come out of this. Saturday´s event once again highlighted lack of preparedness for big glacial events, as rescue works were hampered by shortage of both manpower and material. To be fair, these events are devilishly unpredictable, as even the most developed countries are struggling to come to terms with impacts of climate change. But some things can certainly be done

I soldi dei donatori dovevano servire anche alla “ ricostruzione dello stato”, al rinforzamento della “società civile” alla capacity building dell’amministrazione pubblica, alla diffusione della rule of law. Ma mai come in questi ultimi anni, il sistema politico e amministrativo è stato inefficiente e assente, la sicurezza e il controllo dello stato scarso e l’attività dei governi (che avrebbero dovuto co-gestire quei 4, 5 miliardi) frammentata. Prova è che ci sono voluti 6 anni per definire la condizione degli ex-guerriglieri, che la Costituzione non è ancora fatta e che i VDC (i Consigli comunali dei Villaggi) sono, praticamente, sciolti.

Della scarsa incidenza sul sistema educativo ne abbiamo già parlato; la situazione sanitaria ha avuto solo miglioramenti fisiologici (alimentazione, conoscenze, etc.) ma il settore rimane fra i più disastrati (a parte alcune eccellenze private o comunitarie) come segnalano gli indici principali: under-5 mortality rate (50 in 1000), infant mortality rate (41 in 1000), neonatal mortality rate (28 in 1000), maternal mortality ratio (280 per 100,000 live births), and life expectancy at birth (68 years). This incites the urgent need to improve health system in Nepal. The economic development of Nepal will remain a political rhetoric if attention is not directed towards the dilapidated health system of the country, scrivono i giornali

Uno si domanda, dove sono finiti tutti questi soldi se i risultati sono stati così deprimenti. La risposta è la stessa che viene data per le tasse (anche per i fondi destinati all’assistenza provengono dai tax payers) buttate nel bilancio dello stato italiano.

4 risposte a “L’assistenza internazionale in Nepal

  1. Scontri nella parte meridionale di Kathmandu (Teku) fra polizia e squatters per l’inizio della demolizione delle strutture abusive (baracche) di oltre 300 famiglie. Il governo ha promesso un indenizzo di Nrs 15.000 (euro 150) e l costruzione di appartamenti a Bungamati. Il problema è la registrazione degli “squatters” che pare complessa e non ben gestita. E’ la continuazione dell’operazione di risanamento delle aree presso i fiumi in cui si calcola stiano vivendo oltre 25.000 persone in 75 insediamenti. Dal 1990 vi è stata una progressiva migrazione dal Terai e dai villaggi.

  2. Come hai scritto, l’ingente spesa per l’educazione (si calcola circa USD 150 mio all’anno) è in gran parte sprecata. Ci sono tanti programmi, progetti, rapporti, teorici controlli ma tutto è privo di concretezza ed efficacia. Gli stessi dati sono spesso fasulli, come più volte è emerso.
    In questi giorni è partito il SEC (School Enrollment Campaign) con gruppi di facilitatori del ministero sparsi nei villaggi con lo scopo di raggiungere uno dei MDG, quello delle iscrizioni alle scuole primarie. Il dato, depurato dalla propaganda, indica che il tasso d’iscrizione sta scendendo malgrado questa iniziativa, sponsorizzata dai donatori, sia attiva da sette anni. Infatti il tasso d’iscrizione è decelerato dal 12% annuo (2000-2005) all’attuale 5,8%.
    In sintesi lì’obiettivo del millennio (MDG) per quanto scarso di valore non sarà raggiunto poiché fuori dalla scuola primaria rimangono il 5%n dei bambini (se stiamo ai dati ufficiali), cioè più di 110.000.
    Inoltre, come hai segnalato, secondo l’ultimo rapporto (chiamato Flash) del Dipartimento dell’Educazione (DOE) solo il 66% degli iscritti alla prima raggiunge la seconda e circa l’8% abbandona la scuola.
    Quindi, malgrado gli ingenti investimenti, l’assistenza internazionale, migliaia di ONG dedicati all’educazione poso si è fatto per raggiungere anche gli obiettivi minimi, facilitare l’accesso ai gruppi più poveri, creare un ambiente scolastico e comunitario che sfavorisca il drop-out.

  3. Come buttare via i soldi da destinare ai bambini, una delle autocelebrazioni delle ONG: Il 25 aprile in Nepal si è celebrata la conclusione della Global Action Week 2012, la cui organizzazione è stata supportata da diverse organizzazioni, come Action Aid, CCS Italia, Save the Children, UNESCO, UNICEF, World Vision, e il mondo delle istituzioni (Ministero dell’Educazione e National Planning Commission). L’evento è stato inaugurato dal Ministro delle Donne, dei Bambini e dei Servizi Sociali, Mr. Arbind Shah, il quale ha disegnato su uno dei grandi cartelloni, insieme ai bambini presenti, le immagini del futuro che immagina per l’infanzia nel suo paese

  4. L’unico progetto di energia eolica in Nepal è partito a Kagbeni, alle porte del Mustang, per fornire energia a circa 60 famiglie. Sono stati spesi un sacco di soldi per trasportare fino lassù il materiale (allora 20 anni fà non c’era la strada). Ha funzionato per 3 mesi e oggi è tutto in rovina.

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