Quando qualcuno in Nepal proclama un bhanda (sciopero) o chakra bhanda (sciopero delle ruote) non è uno scherzo, nessuno può circolare. Negli anni li hanno proclamati un po’ tutti: maoisti, congresso, UML, monarchici, studenti e adesso è il turno dei molti comitati che difendono i vari gruppi etnici o castali. Quando c’è un bhanda se qualche mezzo cerca di forzare il blocco è fritto. Le auto sono prese a pietrate, alle moto vengono portate via le chiavi e , a volte, bruciate; i veicoli dei giornalisti, di norma, incendiati. Anche le ambulanze sono guardate con sospetto perché, spesso, diventano un bus collettivo. Gli unici che possono circolare, di solito, sono i risciò che fanno affari d’oro. Per l’economia è un disastro perché ogni rifornimento è bloccato (già di solito manca benzina, cherosene e corrente elettrica).
Kathmandu diventa un posto irreale, torna indietro di decenni senza auto, rumore, inquinamento. Sarebbe bello, ma la gente e’ incazzata; non ne può più di vedersi bloccata a casa, con i negozi in penuria di genere alimentari, qualcuno distrutto perché apre. Forzature del bhanda sono state segnalate in diverse parti di Kathmandu con scontri fra la gente e i manifestanti. Qualche volta è intervenuta la polizia con un centinaio d’arresti. Sono mobilitati oltre 6000 uomini ma gli stessi comandanti dichiarano di non essere in grado di mantenere l’ordine. Adesso è stato proclamato un nuovo sciopero, finito quello dei Chetri, Bhaunu, da parte del NEFIN (Nepal Federation of indigineous nationalities) e del Agitating Indigenous Nationalities Joint Struggle Committee (NJSC). Nel Terai inizia quello dei Mahadeshi, ma tutto il Nepal è in agitazione.
All’interno di queste organizzazioni (la cosidetta società civile) s’agitano politicanti e gente in cerca di visibilità, facili consensi, demagogia diretta a cercarsi una base elettorale per le prossime elezioni. Alle conseguenze di questa cagnara non ci pensano. Le ragioni le abbiamo viste in altri post e la sensazione è che al governo stia sfuggendo il controllo della situazione. Ormai qualsiasi soluzione si propone trova qualcuno contrario che inizia uno sciopero. Come sempre in questi casi si cerca un nemico su cui far confluire la protesta: gruppi terroristici, monarchici, potenze straniere. Questo è il senso delle ultime dichiarazioni del governo, maggiore responsabile di questo immenso casino.
Sarebbe bastato proporre la divisione in quattro province geografiche, dotate di qualche potere federale e nessuno avrebbe scoperchiato il pericolassimo pentolone avvelenato delle varie etnie.
Per la cronaca il NEFIN, l’agitatissimo comitato che sta cercando visibilità politica creando mare di casini, è stato finanziato, fra gli altri, dall’Unione Europea e dalla ONG Care, complimenti. Un altro disastro da imputare ai donatori internazionali e ai teorici della “società civile”, disvantaged groups e protection of ethnic minorities.
Oggi (23\5) una grande e bella manifestazione. Migliaia di persone sono sfilate fino a Durbar Marg (dove c’era la residenza del Re e la strada principale di Kathmandu) per chiedere un Nepal unito, pace e armonia fra le varie comunità. C’erano studenti, professionisti, genete comune distrutta dopo 3 giorni di sciopero e il crescere delle tensioni fra i diversi gruppi etnici e religiosi.
Le uniche bandiere quelle del Nepal.
proprio durante un bhanda nell’agosto del 2007 io mi sono fatto appunto Bakhtapur aeroporto di Kathmandù e ritorno a piedi… 🙂
ciao
Sfortuna, avevano bloccato anche i riscio’. Intanto in mezzo alle contestazioni, i tre maggiori partiti stanno decidendo di allungare di altri 3 mesi il termine della Assemblea Costituente.
Bisognera’ ancora andare a piedi.
nell’ottobre 2007 invece la bhanda credo fosse terminata,trovai kathmandu in un caos infernale!!!namaste’.
La situazione, purtroppo , sembra simile. La gente stanca degli scioperi picchia i dimostranti ed e’ ricambiata.
In una situazione di crisi sociale ed economica bande di giovani hanno bruciato qualche bus e auto.
Siamo in peggioramento anche perché la decisione di allungare i termini della Costituente (6sta volta) e mantenere le poltrone dei parlamentari non sembra accettata dal Congresso e UML ( straordinario perche’ da pochi giorni sono entrati nel governo) che chiedono le dimissioni entro il termine 27 maggio del governo a guida maoista.
Alternative: elezioni senza legge elettorale, governo d’emergenza (ma guidato da chi), governo tecnico.
Oggi una grande e bella manifestazione. Migliaia di persone sono sfilate fino a Durbar Marg (dove c’era la residenza del Re e la strada principale di Kathmandu) per chiedere un Nepal unito, pace e armonia fra le varie comunità. C’erano studenti, professionisti, genete comune distrutta dopo 3 giorni di sciopero e il crescere delle tensioni fra i diversi gruppi etnici e religiosi.
Le uniche bandiere quelle del Nepal.
caro Enrico
mi capita di leggere Asia News e noto due cose: una certa approssimazione nelle notizie e un costante critica al governo a guida maoista, ti cito quest’ultimo articolo: http://www.asianews.it/notizie-it/Nepal-senza-Costituzione-per-una-diatriba-fra-maoisti-e-Corte-suprema-24849.html
Cosa ne pensi?
Condivido. Ma bisogna tener conto dell’inasininatissima situazione politica nepalese. Per esempio il terzo partito per numero di voti l’UML (specie di PD) prima non voleva entrare nell’ultimo rimpasto ( 2 settimane fà)del governo, poi è entrato e ora chiede le dimissioni dello stesso. Quando Asia News scrive “il Congress Party, principale partito d’opposizione”, scrive un inesattezza, poichè anche il Congresso è stato favorevole al rimpasto, è entrato nel governo, è stato favorevole alla divisione federale in stati etnici e, ora, chiede le dimissioni del primo ministro maoista.Non è neanche giusto il titolo “senza costituzione per una diatriba fra Corte Suprema e maoisti” perchè i ritardi nella stesura della stessa sono da imputare a tutti i maggiori partiti (Madeshi, maoisti, congresso uml). Inoltre, in questa fase, senza costituzione, legge elettorale, divisione dei poteri, organizzazione dello stato cosa si può fare se non un governo d’unità nazionale (come s’è tentato), un governo tecnico (ma non ci sono i tecnici) o un governo d’emergenza (con a guida il Presidente della repubblica). La scadenza è il 27 maggtio dell’Assemblea, oggi continuano febbrili consultazioni ma, forse, la cosa più sensata sarebbe andare alle elezioni, anche se ormai la gente non ce la fa più dei partiti e dei vari gruppi di potere, veti e controveti, all’interno degli stessi.
Una situazione simile a quella italiana.
Il secco comunicato di qualche giorno fa della delegazione ONU Nepal a proposito del supporto alle bandha “The European Union (EU) does not provide funding for organisations
engaged in violent bandhs” http://eeas.europa.eu/delegations/nepal/documents/press_corner/2012.05.23_en.pdf
Sono i soliti paraculi, non solo hanno finanziato il NEFIN (come vedi http://www.nefin.org.np/list/NEFIN’s-Partner’s-Profile–/4/106/13) ma molti dei donatori internazionali hanno favorito, per leccamento ai maoisti, il nascere di organizzazioni etniche (disvantaged groups), diritti delle minoranze nazionali e via cianciando.
Il risultato e’ stato di far sorgere divisioni inesistenti; le vere dividioni sono legate solo alla poverta’ che e’ intercastale e interrazziale.
Adesso i personaggi pagati dai donatori formeranno partiti, vorranno essere eletti fomentando le divisioni. Tante piccole Leghe, con gli stessi cialtroni dentro.
Infatti….Proprio a febbraio scorso hanno pubblicato un avviso a presentare concept notes sull’argomento “The call has identified two specific priority areas for funding: (i) Combating
discriminations based on caste, disability, ethnicity and gender and promoting
economic, social and cultural rights; and (ii) Fostering inclusive democracy and
accountability”….
Pensa tu come spendono i nostri soldi l’inutile e costosa Unione Europea.