Si rompono i maoisti nepalesi

La novità di questi giorni è che la tanto annunciata divisione del partito maoista sembra fatta. La fazione del duro Baidya ha formato un nuovo partito CPN (maoist) Communist Party of Nepal. Ha lasciato a casa la U (Unified) del partito originario. Non si vuole presentare alle elezioni e proclama, se il popolo lo vorrà, la lotta armata. Fortunatamente sta arrivando il monsone (in ritardo di una settimana) e si sa che quando piove le rivoluzioni stentano a partire. In ogni caso continua il dialogo fra i due gruppi, a parte qualche botta di traditori, revisionisti, servi delle potenze straniere.

Si calcola che circa il 40% del Comitato centrale sia con il duro e puro Baidya, stanco di Prachanda arricchito (con famiglia) e ormai più pompiere che incendiario; così parte della base e la maggioranza degli ex-guerriglieri. Si presume che sia la prima scissione a cui ne seguiranno altre in tutti i partiti, in grande fermento. I maoisti sono il primo partito nelle ultime elezioni e se lo split non rientra, per loro butta male. Si calcola che il nuovo partito possa prendere il 20% dei voti maoisti, ma anche per gli altri maggiori si prevedono scissioni e, infine, un panorama politico ancor più frammentato (oggi i partiti sono 26).

Prima delle piogge e nel caldo torrido, c’è stata la stagione dei mass meeting e delle prove di forza. Hanno iniziato Congresso, UML e i partitini d’opposizione, poi i monarchici e infine i maoisti. Tutti nel pratone di Thundikel e tutti a bloccare il traffico di Kathmandu, con buona partecipazione a dire il vero.

Sui palchi, la maggioranza dei dirigenti era Brahmini, Chetri e Newari, le caste alte che, in tutti i partiti mantengono il potere. Si è fatto un gran parlare di gruppi svantaggiati ma i ricchi (storicamente concentrati nelle caste dominanti) non mollano niente, accettano solo altri ricchi e potenti provenienti da quelle marginali. La classe dirigente nepalese è ancora ingessata (come del resto. su basi diverse, l’italiana), senza integrazione pacifica, si rischia (come si è visto) il crescere delle tensioni etniche. Certo è, che tutti i vecchi partiti vedranno al loro interno divisioni e nuovi partiti si formeranno (su base religiosa e razziale) per le prossime elezioni di novembre.

Il mass meeting più numerose è stato quello maoista ma la sorpresa è stata la grande partecipazione a quello monarchico in cui il vecchio ministro degli interni di Re Gyanendra, Kamal Thapa, ha dichiarato che caduta l’Assemblea Costituente anche la repubblica è da ridiscutere (s’apre un nuovo fronte). Tanta gente con le immagini del sovrano, che continua a riscuotere successo nelle campagne e nell’immaginario degli scontenti. Rimane sempre, per alcuni, l’emanazione terrena di Vishnu.

Le nuvole gonfie di pioggia del monsone stanno arrivando da oriente provocando le solite inondazioni e frane, si presume che sia più debole del solito e già si preoccupano gli agricoltori dopo i buoni raccolti della scorsa stagione. Come sempre, il gran caldo, ha provocato esplosioni di malattie intestinali nelle regioni del Terai. Mai che si cerchi di prevenire.

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5 risposte a “Si rompono i maoisti nepalesi

  1. Gli esponenti Madhesi leaders del CPN (UML), comunisti moderati e terzo partito nepalese dopo un incontroma Dhulikel, stanno pensando di creare un partito o due partiti etnici.

  2. LA Commissione Elettorale sta ricevendo fiumi di richieste di nuovi partiti per le prossime elezioni, in massima parte di stampo etnico-religioso. Sono oltre 20 che s’aggiungono ai 35 già registrati. Rastrabadi Dal, Madhesi Yuva Lokatantrik Party, Lokatantrik Party Nepal, Rastriya Shiv Sena Party, Nepal Rastrabadi Party, Garib Ekta Samaj Party, Nepal, Yuva Nepal Party, Tharuhat Tarai Party, Nepal, Hindu Rastra Nepal, Rastriya Sama-Mukti Party, Madhes Tarai Forum, United Nepal Republican Party, Gandaki Dhawalagir Marxist Leninist Dal, Loktantrik Gandhibadi Party, Janamorcha Nepal, Nepal Dalit Party and Tarai Madhes Himal Ekta Party.

    Anche i duri maoisti hanno richiesto l’iscrizione: CPN (Maoist), insieme ai vicini Manch Sambaddha Sanghiya Limbuan Rajya Parishad e Sanghiya Limbuwan Rajya Parishad.

  3. 141 persone sono morte negli ultimi due mesi a causa di disastri naturali provocati dall’arrivo del monsone (frane, straripamenti, diarrea). Circa un centinaio quelle morte in incidenti automobilistici (jeep comuni, bus) per le strade rese pericolose dalla pioggia.

  4. Botte fra le fazioni maoiste per la proprietà delle sedi nel Terai. A Kathmandu si minaccia l’occupazione della sede centrale a Peris Danda se non si giungerà a un accordo sulle proprietà e sui finanziamenti.

  5. Lenin Bista è il capo del gruppo (circa 600) disqalified combatants, come sono stati definiti dalle Nazioni Unite circa 4000 ex guerriglieri, non riconosciuti e quindi senza diritti per entrare nell’esercito regolare o prendere le circa 500.000 rupie di “allowance”. Da giorni stanno protestando sotto la sede del Partito Maoista a Naya Bazar.

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