Ieri fiori, malla, riso portati al tempio di Durga alla Dashain Ghar nella Piazza di Kathamndu (Fulpathi), nel grande spiazzo di Thundikel salve di cannoni ed esercito schierato, ricordano la vittoria di Kali-Durga (terribile e potente) sui demoni Mahisasur, Shumbha, Nishumbha e il riequilibrio del cosmo. Oggi tutti a benedire i mezzi di trasporto con offerte di fiori, sacrifici animali, polvere rossa di sirdur sui cofani e sulle ruote di macchine, moto, bus e carretti vari.
Migliaia di bufali, capre, galline, oche sono sacrificate e uccise dai Kasai (la casta apposita) per assicurare, che l’eterno ciclo delle stagioni, le piogge e i raccolti siano propizi. Gruppi hindu hanno protestato ma la tradizione, almeno qui, è ancora forte. Si pensa che senza un sacrificio la prosperità, già difficle da ottenere, si allontani. Tanta gente nella sacra pagoda di Taleju, altro nome di Durga, (normalmente chiusa) dove s’accentrano i sacrifici: è il Mahanawami (il 9° giorno del Dashain).
Un sacco di gente a fare acquisti nei nuovi centri commerciali sparsi nella capitale, a New Road o nell’ingolfata e antica Asan Tole. Si rinnova, si comprano i beni necessari per le celebrazioni che riuniscono le famiglie, nuovi sari per le signore, regali per i bambini. Le capre vive sono aumentate (da nrs.350 a nrs.400 al chilo) e se ne faranno fuori, fra sacrifici e mangiate, oltre 100.000 e ne mancano (40.000 arrivano dal Mustang dove gli allevatori, buddhisti, si sono arricchiti). Intanto l’inflazione ufficiale ha superato l11’5% e quella non ufficiale, malgrado gli sconti proclamati per le feste, raggiunge il 15-17%.
Le feste durano 15 giorni e sono dedicate a ringraziare la Madre Terra, per i raccolti, sottoforma di Durga, Mahakali, Shri Mahalaxmi , Durga Bhagawati e tanti altri nomi che raccolgono antichissimi riti pre-hinduisti e la forma potente e terrifica della Dea Madre. Un tempo, quando nella capitale c’era spazio, ogni quartiere tirava su dei pali propiziatori di bambù, stile altalene che, nella tradizione, dovevano essere una specie di volo salvifico. Grandi e bambini facevano volare gli aquiloni, forse per avvicinarsi al cielo e alla divinità. Queste tradizioni resistono ancora fuori dal centro cittadino e nei villaggi. Poi si beve, si gioca d’azzardo e si protesta bloccando le strade se, come a Mahottari, la polizia cerca d’impedire le giocate.
Una festa sentita, partecipata, incasinata, nella stagione più bella del Nepal: appena finito il monsone, temperatura ottima, poche nuvole e montagne in vista, questo è il Dashain, simile al nostro Natale per nepalesi ed indiani, per cui facciamoci gli auguri.
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Auguri