Traffici e bracconieri

Chiru, tibetIn Nepal parchi e riserve naturali coprono circa il 24% del territorio: tutte le aree intorno alle montagne e una fetta delle pianure del Terai, con i grandi parchi di Chitwan e Bardia. C’è di tutto, leopardi delle nevi, qualche panda, erbe medicininali, alberi pregiati, 150 tigri, 500 rinoceronti, e tanti uccelli e altri animali selvatici. E poi, ai confini con il Tibet e piu’ nei grandi spazi dell’altopiano, le bellissime, cornute e fragili antilopi del Tibet (chiru), uccise per la lana, e un tempo, il muschio (una ghiandola utilizzata per i profumi).
Come è accaduto in Cambogia durante il conflitto e nel periodo successivo, anche in Nepal è fiorito il bracconaggio che ha, addirittura, portato alla proposta di utilizzare un Drone (aereo teleguidato) per controllarlo. Ogni tanto beccano qualche banda (a volte di ex guerriglieri maoisti) che cerca di esportare tronchi di sandalo in India, pelle di tigri per i Sadhu indiani, ossa, corni e altro per la medicina cinese. Dal Tibet arriva la lana del chiru e qualche pelle di panda.
Se si gira nei negozi più grandi che vendono pashmine a Kathmandu e se sembrate ricchi, vi può essere offerto uno scialle di Shatoosh (magari falso) per qualche migliaio di dollari. Scialli che passano attraverso un anello e prodotti solo con la lana che si trova sulla pancia del Chiru; la più morbida, racconta la leggenda.

Infatti Gianni ci segnala che “ qualche giorno fa, nel distretto montano di Gurkha, vi è stato il sequestro di un quantitativo di lana. Stivato nel cassone di un camion, in sacchi del peso di 25 chili cadauno. Un totale di circa quindici quintali. Valore di ciascun sacco, un crore, ovvero dieci milioni di rupie, ovvero centomila dei nostri Euro.

Venticinque chili di lana grezza per il valore di una casa; pazzesco? Invece no, sono anni che mi occupo di produzione e commercializzazione di prodotti in Pashmina (lana che comunemente definiamo di Kashmir, seppure con qualche imprecisione). Qualche rapido calcolo non mi e` difficile farlo, cosi` da non considerare uno sproposito tale cifra. Quello in questione sarebbe il vello del Chiru (Ciru), antilope himalayana con habitat attorno ai cinquemila metri di quota.

In Nepal è un animale quasi scomparso, pero` fortunatamente sopravvive tra gli Altopiani del Tibet, Ladak e Zangskar (posti tra l`altro fantastici). Gurkha sarebbe solo via di transito per l`esportazione verso Shrinagar ( Kashmir) per le successive lavorazioni. Prodotto finale sarebbero poi i famigerati scialli shaathus (Shatoosh ). Circa 300 grammi di filato pulito, il vello di tre animali ammazzati, per un valore di mercato che va dai diecimila dollari in su. La commercializzazione e` proibita, però la richiesta non manca. E tali cifre , specialmente qui`, invogliano al bracconaggio.

Certo che in Nepal, in quanto a traffici più`o meno illeciti non è che ci facciamo mancare niente. Dallo storico hashish (piuttosto rinomato di queste parti), al Shaathus di cui parliamo, allo yarchagumba, ibrido tra Mondo animale e vegetale che pare abbia proprietà` afrodisiache, così come corno di Rinoceronte), poi, avorio pelli di Tigre , Leopardo o Panda Rosso, fino (e` di questi giornia) al sequestro di squame del simpatico Pangolino.

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Una risposta a “Traffici e bracconieri

  1. Un altro quantitativo di lana di Chiru e’ stato sequestrato. si parla di oltre 1000 chili per un valore di mercato di circa Usd 30 milioni. Per ricavare questo quantitativo di lana sarebbero state uccise almeno un migliaio di antilopi. Negli ultimi 20 anni il loro numero, a causa del bracconaggio, e’ diminuito del 50%.

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