In Nepal non è facile votare: per raggiungere le urne bisogna viaggiare su bus o jeep decrepiti da Kathmandu ai villaggi, a volte camminare per ore sui sentieri; in questo giro elettorale in alcuni distretti nevicava. La stessa strada la seguono nell’anda e rianda le schede elettorali. Eppure ha votato il 67% degli elettori, sostanzialmente (a parte qualche episodio) in modo pacifico, i risultati sono arrivati rapidamente, i sostenitori dei vincitori festeggiano tranquillamente. Hanno votato un po’ meno rispetto alle elezioni comunali (73%) svolte fra lo scorso giugno e settembre; allora c’era , forse, un legame più forte fra candidati ed elettori. Queste elezioni parlamentari e regionali sono state, un altro, segno incoraggiante per la giovane e incasinata democrazia nepalese.
Ha vinto (come vinse nelle comunali) la sinistra, per queste elezioni unita; nella alleanza l’UML, l’antico partito comunista nepalese (81 su 165 seggi nel sistema maggioritario-un collegio un eletto) ha trainato l’alleato maoista che ne ha raccolti 36. In attesa della spartizione dei 110 seggi previsti con il sistema proporzionale. Si vota con un sistema misto che non é il massimo.
La sinistra raggiunge la maggioranza assoluta del prossimo e primo parlamento, controlla tutte le assemblee degli stati/provincia (tranne la n.2 Janakpur e dintorni dove hanno vinto i partiti Madhesi) e, in teoria, non ha più alibi per non governare, uniti per 5 anni. Risolvendo uno dei grandi problemi nepalesi cioè l’instabilità dei governi e delle politiche.
Nel proporzionale le differenze dovrebbero restringersi: l’UML si stima raggiungerà il 37%, il Congresso 35%, i maoisti il 17%, i Madhesi il 10%. Entreranno i nuovi partiti del Bibeksheel e il Naya Shakty dell’ex primo ministro e ex-maoista (ora alleato con l Congresso) Baburam Bhattarai. Il prossimo e nuovo parlamento dovrebbe avere più o meno questa composizione 120 UML, 71 Congresso, 48 Maoisti, 20 Madhesi e altri su un totale di 275 membri. Secondo le stime la Sinistra e i Madhesi non dovrebbero raggiungere i 2/3 e poter cambiare la nuova costituzione del 2015.
Non è la prima volta che in Nepal si è votato per una specie di parlamento (la vecchia Assemblea Costituente nel 2008 e 2013) e non è la prima volta che Maoisti e Comunisti governano insieme o con lo sconfitto partito del Congresso (2008, 2011 e 2013). Quindi non ci sarà la rivoluzione. L’analisi più convincente l’ha fatta un vecchio amico giornalista: “To be very honest I don’t think there will be a drastic change in the country after the elections because we are going to have the same faces that we had for many years…”
Il grande sconfitto è l’elefante del Congresso, che ha lasciato per strada nei collegi uninominali tanti personaggi di spicco; addirittura a Kathmandu (dove comunque si è salvato, ha preso 4 su 10 seggi) ha vinto solo per 800 voti uno dei vecchi leader (Prakash Man Singh) sul nuovo capo del Bibek sheel, Rabindra Mishra.
L’alleanza di sinistra l’ha schiacciato, nel maggioritario, grazie alla più potente macchina organizzativa e alla sensazione che da solo non avrebbe potuto assicurare stabilità. Si riprende nel proporzionale confermandosi (come già nelle elezioni comunali) secondo partito non distante dall’UML. Ora, come sempre accade, nel Congresso si aprirà una battaglia fra i tanti leader esclusi nel testa a testa dei collegi maggioritari e quelli che hanno resistito, come il reduce da mille battaglie (e accuse) l’attuale leader e primo ministro Sher Bahadur Deuba. Alcuni aggiungono che UML e Maoisti e specie il futuro Primo Ministro KP Oli sono stati bravi a raccogliere le tendenze nazionalistiche di parte dell’opinione pubblica emerse durante l’India Blockade del 2015, cosa che né il Congresso né la destra monarchica del RPP (altro grande sconfitto, con il suo leader Kamal Thapa non eletto nel collegio), impegnati a mediare, non furono in grado di fare.
Infine i due maggiori partiti Madhesi (Rashtriya Janta Party Nepal (RJPN) Sanghiya Samajwadi Forum Nepal (SSFN) hanno consolidato la loro presenza in parlamento (stimati 20/25 seggi) e governeranno nella Provincia/stato N.2 (giù nel Terai, intorno alla bellissima capitale Janakpur).
Insomma le persone hanno votato sperando nella stabilità, dopo anni di drammatici cambiamenti dello stato e della società nepalese. Ora vogliono, semplicemente, un governo che stia lì 5 anni che faccia strade, ospedali, assicuri qualche forma di assistenza al crescente numero di anziani, crei le condizioni per uno sviluppo costante che, magari, limiti la disastrosa migrazione, acceleri la lenta ricostruzione post-terremoto.
In un tempo in cui i cambiamenti sono spesso accompagnati da sanguinosi conflitti etnici e nazionali, il Nepal è stato in grado, finita la guerra civile nel 2006, d’iniziare un percorso democratico durato 11 anni da una rivoluzione e una monarchia teocratica a una repubblica laica, da uno stato fortemente centralizzato a un sistema di enti locali eletti. In modo, sostanzialmente pacifico. Non è poco per il piccolo stato, senza sbocchi al mare, pieno di montagne e colline, in mezzo ai due giganti d’Asia.
UPDATE: Con i risultati definitivi per i 110 deputati da eleggere con il sistema proporzionale, restano nel parlamento solo 5 partiti (prima oltre 50); il Congresso recupera sulla sinistra, i maoisti (prossimi alla confluenza nell’UML) prendono solo il 13%. As of Friday afternoon, of the 96, 36,276 votes counted, CPN-UML is leading with 3014404 votes, which is 33.75 percent of the total votes cast under PR category. Nepali Congress has received 2941293 (32.93%) votes while CPN (Maoist Center) has 1211996 votes (13.57%). Beside the top three parties, Rastriya Janata Party Nepal and Federal Socialist Forum Nepal are the other parties to have crossed three percent. FSFN has obtained 427098 votes, which is 4.78 percent and RJPN has secured 403005 votes (4.51%). The new election law makes it mandatory for a political party to secure at least one seat under the first-past-the-post election and three percent of votes to qualify as a national party. If a party fails to clear the threshold, it will be denied representation at the federal parliament.The other parties that have not crossed three percent threshold are Bibeksheel Sajha: 200860 votes (2.25%), Rastriya Janata Party: 189910 votes (2.13%), Naya Shakti: 78283 (0.88%), RPP –D: 84875 (0.95%) and Nepal Workers and Peasants Party: 52927 votes (0.59%).
Based on a calculation of votes the UML is likely to get 41 seats in the PR category of the House while the NC could secure 40 seats. The CPN (Maoist Centre) might get 17 seats, followed by six each of the Sanghiya Samajbadi Forum Nepal and the Rastriya Janata Party, Nepal.