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Libri che ho letto o citati nei posts.

-Il Caos Prossimo Venturo di Prem Shankar Jha, Neri Pozza (€ 25.00). Il mondo futuro secondo uno dei più importanti economisti indiani.

  •  A proposito di Cairo e India (vedi post), lo scrittore indiano Amitav Gosh ha scritto uno strano libro che racconta la storia di uno schiavo indiano, in movimento, come idee e merci, fra India ed Egitto, Asia ed Africa. La storia parte da un frammento di antico manoscritto trovato in Israele. Il periodo è l’anno 1148, periodo di grandi fermenti. Il titolo inglese è “In un Antique Land”, con riferimento, appunto, al Cairo. L’editore è Neri Pozza, il costo euro 12,50.
  • Maximum City, di Suketu Mehta, Einaudi (€13.80), Mumbay descrive l’India. Grande “ispiratore”(!) dell’ultimo libro di Rampini, Speranza Indiana.
  • New Nepal, new voices, Rupa, Nrs. 320 (solo in Nepal) è una raccolta di racconti di alcuni giovani scrittori nepalesi e la loro visione della transizione.
  • Il Traduttore del Silenzio (un titolo perfetto per questo libro), Piemme, € 14,50, è scritto da Daoud Hari, una vittima fortunata del genocidio del Darfur.
  • I Racconti di guerra, di Mario Rigoni Stern, Einaudi, € 16,80; senza retorica i racconti delle sue esperienze e della tragica farsa della guerra
  • L’altra India di Amartya Sen, Oscar Mondadori (€9.80). Il premio Nobel indiano, un pò paludato, racconta le idee dell’India, non sempre coincidenti con gli stereotipi occidentali.
  • William Easterly è un altro economista pentito della Banca Mondiale, scrive I disastri dell’uomo bianco (bruno mondadori, €34) cercando un pò di spettacolo. Ha ri-sollevato però, grazie alla sua fama e autorevolezza, il problema della buona gestione ed efficacia degli aiuti internazionali e dei metodi utilizzati nella cooperazione internazionale.
  • Amitav Gosh è sempre un pò paludato e ha iniziato a scrivere una sua storia dell’India. Il primo libro è Mare di papaveri (Neri Pozza, €18,50). Un romanzone storico ambientato ai tempi della guerra dell’oppio e, su questo argomento e approccio, probabilmente il primo scritto da un indiano (anche se ormai occidentalizzato). L’ideale lettura in una bella spiaggia
  • Lo scempio dell’arte e dell’architettura della Valle di Kathmandu è descritta dall’anziano e serio Newari, Shaphalaya Amatya. Persona seria che per decenni ha lavorato negli enti statali incaricati di proteggere il patrimonio di Kathmandu. Descrive con tristezza, la sua progressiva distruzione, senza rabbia nè polemica contro le decine di piani finanziati e mai implementati dei diversi governi e UNESCO. E’ solo in Nepal: Monument Conservation in Nepal, Vajra Publications, Rs. 700.
  • Truong Nhu Tang era un dirigente vietcong del Sud, che racconta, bene, come una rivoluzione può essere tradita. Il titolo è Memorie di un Vietcong, Piemme ed. (euro 19)
  • Primo libro di Aravind Adiga, La Tigre Bianca (Einaudi, € 19). Lo scrittore, giornalista economico ora residente a Mumbai, racconta la storia di un ragazzino dell’India profonda che sale nell’India globalizzata. I mezzi della salita: l’omicidio e il furto di cui il protagonista, in realtà, non si sente minimamente colpevole. Gli dei, la non-violenza, gli stereotipi dell’India classica sono rigettati, nella corsa verso la nuova ricchezza. Si legge d’un fiato, anche perché è corto e ben scritto. Da notare che in India il libro costa la metà di quanto è venduto in Italia.

  • Gran lavoro del giornalista pakistano Ahmed Rashid nel suo ultimo libro Caos Asia, il fallimento occidentale nella polveriera del mondo (Feltrinelli euro 25). E’ la storia del nuovo Grande Gioco e degli errori degli USA e dei suoi alleati nella guerra contro il terrorismo e la ricostruzione dell’Afghanistan. Cause delle tensioni attuali fra Pakistan, India e in generale in Asia.

  •  Manjushree Thapa è stata (penso) l’unica scrittrice nepalese tradotta in italiano con il suo libro Forget Kathmandu” (Neri pozza, € 18).Si racconta, in modo un pò rarefatto e centrato sulla borghesia di Kathmandu, il progressivo incartamento del Nepal dopo la tragica morte del Re “buono” Birendra. . Personalmente non mi entusisamo il suo stile di scrittura.

  • Pico Iyer ha viaggiato per l’Asia, studiato a Pechino, incontrato il Dalai Lama 30 anni orsono, quando era ancora ragazzino. Nel suo libro la Strada Aperta (Neri Pozza, € 17) racconta la storia e gli insegnamenti del Dalai Lama e della comunità in esilio che governa e dirige. Un percorso straordinario dal Tibet medioevale al buddhismo globalizzato. Pico Iyer scrive senza enfasi né retorica e, anche questo è straodinario, visto i libri che girano sul Tibet

  • Fantasmi di Tiziano Terzani (TEA, € 10) è il libro giusto per capire la Cambogia d’oggi e ripercorrere per non dimenticare il suo ultimo, tragico percorso. Malgrado l’inflazione di libri e ristampe, Terzani non stanca e 20 anni di suoi articoli appassionati sono una bella lettura
  • Un viaggio nell’Asia movimentata dall’India al Pakistan, passando per Tibet e Afghanistan. Tante persone incontrate e tante storie ben collocate quelle che racconta Pankaj Mishra in La Tentazione dell’Occidente (Guanda, € 18).

     -Ho letto il libro di Vikas Swarup da cui è stato tratto il film Slumdog Millionaire (di cui abbiamo parlato in diversi posts). Come spesso accade il libro è più bello del film (che comunque non è male). E’ una storia indiana fatta di povertà, denaro, amore e karma. La cosa strana è il libro uscì in Italia nel 2005 (e in India con il titolo Q&A) qualche anno prima e non ebbe un grande successo. L’editore in Italia è Guanda. Il titolo “Le dodici domande” (costa € 15).

     Federico Rubini (Destini di Frontiera, Laterza, euro 15) è un giornalista economico dl Sole24 ma racconta gli effetti della globalizzazione da un altro punto di vista, quello dei poveri. E’ un viaggio dalla Cambogia al Sudan e in altri posti sfigati dove però germogliano, strette e affaticate speranze e opportunità

  • -I corrispondenti di agenzie di stampa e giornali dall’India (grandi ammanigliati spesso), come sempre copiano dai giornali locali le notizie o raccolgono qualche pettegolezzo nei party. Vivono nei quartieri bene e si lamentano anche. Le elezioni indiane hanno riproposto l’attualità dei guerriglieri maoisti (I Naxaliti), delle due Indie e allora, giù a ritritare e a ricopiare vecchi articoli. Nessuno si è preso la briga neanche di leggere Red Sun, Travels in Naxalite Country (Penguin, Rs. 499) scritto da un giovane giornalista indiano, Sudeep Chakravarti, che sui maoisti ha fatto ciò che tutti i giornalisti dovrebbero fare cioè andare, vedere, capire.
  •  Vikas Swarup (dal cui libro è stato tratto Slumdog Millionaire) nè ha scritto un’altro I Sei Sospetti. Racconta la storia di sei personaggi in un India caotica, corrrotta, mistica e moderna. Tutti sospettati di omicidio e legati da una trama da giallo. Ritmo buono, storie interessanti e strane. L’editore è Guanda, il costo euro 18,50.
  •  –Raimondo Bultrini è venuto diverse volte in Nepal, vive in Thailandia, è buddhista e giornalista. Questo è il background del suo libro Il Demone e il Dalai Lama (Baldini Castoldi, € 18). Parte dall’assassinio di alcuni Lama a Dharmasala per raccontare la strana storia di Shugden, la divinità-spirito diventata simbolo dell’opposizione politico-religiosa al Dalai Lama. Una storia lunga secoli che parte da Lhasa e continua fra i tibetani della diaspora; in mezzo i cinesi.
  • Sono diversi libri\storia(belle edizioni Sellerio, prezzo medio € 15) scritti da Gianrico Carofiglio, magistrato\avvocato pugliese. Sono storie minori di giustizia ma scritte in modo placido tranquillo, lineare. Un’ottima lettura che permette, anche, di entrare nel gran paludone del sistema giudiziario italiano dove solo rari elementi lo rendono civile.
  • Gerald Durrell scrive come un fighetto inglese, scanzonato e ironico stile Chatwin. Ho letto uno dei suoi molti libri di viaggi e di lavoro nella natura (Madagscar, Camerun, etc.) che, forse, è un pò diverso dagli altri: Luoghi sotto spirito (Adelphi, euro 9,50). E’ una specie di diario suggestivo.
  • Alex de Waal (citato sul post Salvare l’Africa) Famine Crimes: the Disaster Relief Industry in Africa (USD 18). ha scritto diversi libri, tutti interessanti, visto che  ha lavorato con passione in Darfur, Etiopia e in altri paesi sfigati. In questo libro c’è la storia, non lineare, delle crisi alimentari africane, delle ragioni che l’hanno prodotte e del fallimento delle iniziative per ridurle.
  •   Siamo nell’Africa francese degli anni ’50, un gruppo di strani personaggi, scampoli dell’Europa post-bellica,  s’aggrega, simpatizza per un idealista, pazzo lucido e coraggioso che combatte nella savana per difendere gli elefanti, dai cacciatori per gioco e dai mercanti d’avorio. Contro i burocrati francesi e i nazionalisti francesi (educati in Francia e con la stessa testa dei colonialisti). Il vecchio e nuovo potere non comprende che la difesa degli elefanti è una trincea dietro cui stà la natura, la libertà, la dignità degli esseri umani.   Roman Gary, Le Radici del Cielo (Neri Pozza euro 14).
  • Jaqueline Novogratz lasciò Wall Street per andare a lavorare in Costa d’Avorio, Kenia e altri paesi africani per diverse organizzazioni internazionali. Ne racconta di tutti i colori sui progetti visti fino a che se ne è scappata via per fondare una propria organizzazione. “Philanthropy alone lacks the feedback mechanism of the market, and markets alone too easily leave the most vulnerable behind”. Propone una terza via che coniughi I migliori strumenti di gestione del profit con l’attenzione verso i meno vantaggiati. Un nuovo spazio fra “market” e “charity”, senza grandi teorie, guardando dal basso e non imponendo idee e modelli.. The Blue Sweater: Bridging the Gap Between Rich and Poor (USD 16,47 su Amazon).
  • Linda Polman, L’industria della solidarietà. Aiuti umanitari nelle zone di guerra (Bruno Mondadori, 2009) è un libro che dovrebbe scuotere il mondo autoreferenziante della solidarietà internazionale.
  • Storia triste e vera quella raccontata da Patricia McCormick (Salani Editore) nel libro Venduta. Una giovane ragazza venduta dalla famiglia, le sue speranze di lavorare come domestica nella città (mai vista) e di tornare nel villaggio sulle montagne con qualche soldo per la famiglia, la vendita in un bordello di Bombay. Lakshmi è la bambina che ne rappresenta qualche decine di migliaia.
  • Oliver August è un giornalista dell’Economist che arrivò giovanissimo in Cina. Stanco di Pechino s’impallò di Xiamen, uno dei nascenti centri industriali e commerciali e della storia del suo creatore, un affarista ammanigliato e poi scaricato dal regime. Attraverso questa storia si conosce un pò di Cina e le idee e la vita dei nuovi cinesi. Il Fuggiasco di Xiamen, Adelphi, euro 25.
  • Per chi apprezza storie d’amore, intrighi, storie divine orientali vale la pena leggere (se ancora si trova) il libro del romanziere indiano R.K. Narayan (Guanda editore) che rimodella i racconti del Ramayana (questo è il titolo) uno dei più importanti, amati, recitati, proiettati racconti epico-religiosi indiani. Gli Dei s’incazzano, litigano, tradiscono come gli umani. Poi, però, si riprendono.
  • Wangari Maathai,  Keniota, premio Nobel per la Pace nel 2004 è morta lo scorso settembre nel suo paese. Donna forte in Africa, ambientalista, critica verso i modelli che l’Occidente ha esportato e verso gli africani che li hanno seguiti. In Italia sono stati pubblicati  diversi libri ma non mi sembra “The challenge for Africa”, l’analisi delle ragioni perché, malgrado flussi d’aiuti internazionali immensi, politiche imposte di liberalizzazione il reddito diminuisce e la povertà aumenta nell’Africa sub-sahariana.
  • Hagj (Bompiani, euro 7,75) è, forse, uno dei migliori romanzi di Leon Uris con al centro il personaggio di Hagj Hibrahim, un capovillaggio arabo, e intorno la nascita dello stato d’Israele. Si entra nell’origine di quel gran casino che dura da oltre 60 anni e che non ha ancora una soluzione malgrado tante parole, trattati, iniziative diplomatiche.
  • Bangkok al tempo della rivolta borghese contro Takshin è raccontata dal giornalista americano Lawrence Osborne (Adelphi, euro 20) che gira freneticamente, con qualche suo strano amico “farangi” fra i molti e diversi  “villaggi\quartieri” che la compongono. Stranamente, di norma accade il contrario, il libro migliora nel finale
  • Arundhati Roy, inquadra il cosidetto fenomeno dei maoisti indiani in un contesto più ampio, di sfruttamento di risorse e d’impoverimento di popolazioni marginali. Lei, contrariamente a quanti raccontano banalità ripetute sulle pagine dei giornali, è andata fra quella gente, nei villaggi e nelle foreste.
    Lo racconta in un bel libro, appena uscito in italiano, In Marcia con i Ribelli (Guanda, euro 18).
  • Paul Theroux, Dark star safari, (Baldini Castoldi, euro 19,50) , scrittore di viaggio,  torna in Africa ad inizio millennio dopo aver lavorato negli anni 60 in Uganda. Viaggia e racconta il continente dal Cairo a Città del capo, in un lungo e bel viaggio.
    Incontra i soliti operatori della cooperazione che andavano “dall’ idealista al più infingardo parassita”. E concludeva “pareva che enti e progetti di aiuto trasformassero i problemi africani in situazioni permanenti più difficili e complicate”.
  • Artur Domoslawki era amico di Kapuscinski, guru degli scrittori di viaggio. Come tutti gli amici è un pò maligno e ha scritto un volumone con la storia privata, le esagerazioni, la posizione politica del suo amicone, nella Polonia e nel mondo degli anni ’70. E’ la vita di Kapuscinski, in bilico, come scrive l’autore fra giornalismo e narrazione. Anche di se stesso, sembrerebbe. La vera vita di Kapuscinski, Fazi Ed, euro 19.90
  • William Dalrymple viaggia e vive in India da tanto tempo. Nei suoi giri ci racconta un India arretrata, stanca, corrotta nei primi anni ’90. Scrive bene e descrive posti, persone, storie (come nell’altro suo bel libro “9 Vite”) ma non percepisce quello che, pochi anni dopo, sarebbe accaduto cioè l’esplosione economica del Paese e anche delle zone più arretrate (come il Bihar che lui descrive). Tante cose sono rimaste e addirittura aumentate come le disparità, le ingiustizie, la corruzione politica, la violenza ma lo sviluppo ha dato opportunità che, per molti, secondo lui erano, allora, irraggiungibili. (India, BUR ,euro 9,26)
  • Jamil Ahmad racconta le terre di confine dove ha vissuto e lavorato per anni come funzionario del governo pakistano. Storie minime, leggere che dipingono tribù, persone, traffici, modi di vivere nell’area frastornata dall’eterno conflitto afghano, fra il passo di Khyber e le regioni tribali del Pakistan. L’ acqua più dolce del mondo, Bollati euro 19.

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