Gai Yatra e Gay Jatra

Con il GaiJatra, inizia la stagione delle feste, fra un po’ il compleanno di Krishna e poi la festa femminile del Teji, in attesa delle grande celebrazioni tradizionali dell’Indra Jatra e del Dashain, che salutano e ringraziano il monsone. Speriamo che le feste spazzino via la sfiga e le tensioni sociali e politiche che stanno indebolendo il paese e rallentando il sostegno ai sopravvissuti del terremoto.

L’antica tradizione della Gai Yatra è diventata, per assonanza, anche un occasione per sollevare i diritti dei Gay. Ogni anno a Pokhara migliaia di persone partecipano alla manifestazione di sostegno dei diritti degli omosessuali e dei transgender

Anche con successo poiché l’anno scorso  è stato emesso il primo passaporto a Monica Shahi, una ragazza trans gender di 37 anni, con la dicitura “others”, pochi giorni fa é stato celebrato il primo matrimonio gender.

In Nepal (parliamo delle città) vi è stata , nell’ultimo decennio, una generale apertura (nel bene e nel male), le ragazze girano con le minigonne, i matrimoni d’amore sono più frequenti (rispetto a quelli concordati dalle famiglie), i diritti dei gay dovrebbero entrare nella nuova costituzione, speriamo in insieme ad altri, fondamentali, come il diritto delle donne a trasmettere la nazionalità ai figli.

Come in ogni civiltà contadina e dove le donne si possono toccare solo dopo sposati, l’omosessualità maschile non è mai stata un gran tabù, e i segni d’affetto fra amici maschi (girare mano nella mano, sedersi in braccio) sono più diffusi che quelli fra due sposini. Senza tanti problemi, i nepalesi hanno accettato e guardano con simpatia al successo del movimento gay nepalese.  Gai Jatra has become an opportunity for transgenders to reveal their real self without any restrain, and because of this many have come out without any hesitations,” ha dichiarato il Presidente della Blue Diamond Society (BDS) Sunil Babbu Pant, deputato maoista.

Pensare che solo 11 anno orsono, alla prima manifestazione, s’erano presentati solo in 48 ed oggi sono diventati centinaia, provenienti (questo è importante) da ogni distretto del Nepal. Si è cercato di trasformare questa disponibilità social e legislativa in un business, promuovendo il turismo gay.

Ma, nella tradizione, la festa del Gai Yatra ci riporta a tempi antichissimi in cui, forse, non servivono leggi e protezioni per vivere tranquilli.

C`era una volta, in un Paese incastonato tra altissimi monti, una Valle incantata. Lo Shangri-La felice dove la vita era leggera; tra campi di riso, verdi pascoli fertilissimi e acque limpidissime e fresche. Un re e la sua sposa ne erano i venerati Signori. Ma un giorno, nel suo continuo peregrinare, la Nera Signora entro` nel Palazzo portandosi via l’amato figlio dei sovrani. Non valse a consolare la madre la costruzione del piccolo tempio nel lago (Rani Pokhari – Lago della Regina), riempito con le cqua sacre di tutti i fiumi del sub-continente.

Un dolore chiuso e privato si era insediato e trionfava sovrano. Fu allora che il re invito’ il suo Popolo ad esternare e condividere i propri lutti familiari. La gente usci` dalle case riversandosi nelle strade, per accompagnare i defunti verso la LIBERAZIONE, con atteggiamento festoso, perché ciò avrebbe significato l’uscita dall’eterno e doloroso Samsara (l’eterno ciclo delle reincarnazioni. Questa è una delle tante storie che raccontano l`origine del Gaijatra, la festa dei morti istituita dal re Pratap Malla nel XXVII secolo e celebrata dalla comunita` Newari (il gruppo etnico prevalente nella Valle di Kathmandu).

Ogni anno, in questa giornata, i bambini si travestono da mucche (le cui corna aprono il regno dei cieli), ricevono dalla gente dolci e ragali, sfilano per le strade della città.. Per chi nell`arco dell`anno e` stato colpito da lutto e` il momento di chiedere benevolenza per l`anima del defunto: che entri in Paradiso (nel Nirvana) questo caro estinto, e che si ricongiunga, in pace, con il Tutto. Un po’ di carnevale e di Hallowen, i festeggiamenti assumono carattere giocoso, sbeffeggiante e spessissimo satirico nei confronti del Potere, come ogni carnevale che si conosca. Ritratti dei trapassati vengono portati in giro tra bambini mascherati con baffi dipinti per renderli adulti oppure con fattezze da mucca, incaricata di aprire le porte del Nirvana. Il tutto in processioni scandite da suoni, canti, scherzi accompagnati da qualche sorsata di chang (birra di riso) direttamente dalla brocca. Le foto sono dell’amico Bikram Rai.

2 risposte a “Gai Yatra e Gay Jatra

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