Wikileaks in Asia, curiosità alle stelle

In Oriente la curiosità è una fra le più grandi virtù, consente di tenersi al passo. Grande attesa, dunque, per i documenti di Wikileaks che saranno resi pubblici sul Nepal. Ghiotto è il boccone sui probabili giudizi derisori  dati dagli americani sui politici nepalesi, cosa già nota in tutti i parties delle ambasciate.  Il leader maoista Prachanda è ingrassato, beve whisky di marca e se la spassa, il vecchio Koirala era andato da oltre 5 anni, questo e quello se la spassano nei bordelli di Kathmandu, il ministro dell’educazione si becca fior di tangenti e così via. Avendo conosciuto i passati (e rintronati ambasciatori americani in Nepal) c’è veramente da aspettarsi cose succulente.

Del resto il tono generale del fiume di documenti in circolazione dà un po’ il senso di come siamo ridotti e quanta gente è pagata per frequentare feste e festini, alcolizzarsi, spettegolare e scrivere stronzate. La massa di scritti, che arricchirà giornalisti, scrittori e analisti vari, ha il grande pregio di far capire a tutti il bel mondo delle relazioni internazionali e dei personaggi che ci sguazzano. Non è però una novità.

Nel 2006, il Governo Americano aveva pubblicato sul sito della propria missione alle Nazioni Unite, una serie di rapporti (fino ad allora segreti) relativi a episodi di corruzione, mismanagement di fondi, stupri e violenze sessuali perpetrati da funzionari e militari delle Nazioni Unite in diverse parti del globo. Uscì anche un articolo sul Washington Post relativamente al Congo. L’Ufficio delle Nazioni Unite incaricato delle investigazioni ed auditing (OIOS), fino ad allora deputato ad insabbiare ogni scandalo, impazzì ma ormai il danno era fatto e si poteva solo mediare per ridurre la catastrofe. Nel 2005 fu autorizzata la diffusione dei rapporti e auditing ai rappresentanti degli stati membri e Inga-Britt Ahelunus, direttrice dell’organizzazione, passò dall’opposizione alla pubblicazione a un entusiastico appello alla trasparenza. Da allora i rapporti investigativi e gli auditing sono filtrati, ammorbiditi come yogurt scaduti. Solo nel 2009 WikiLeaks rese pubblici oltre 600 documenti delle Nazioni Unite, applaudito da Washington che, possiamo dargli torto, non vede di buon occhio il Regno degli Scrocconi, cioè le NU di cui sono i massimi contribuenti.

Tornando alle ultime rivelazioni, gli USA hanno fatto una figura pessima a livello planetario. Funzionari dell’Amministrazione hanno girato in lungo e in largo (prime visite in Cina e India) per scusarsi dell’immenso casino creato. Il mantra recitato dai poveretti è che “nei documenti non c’è niente di nuovo”. La Clinton sembra ormai rintrona nata come il marito. Adesso, ognuno, si gioca le rivelazioni a suo uso e consumo. Certamente molte di queste confermano cose già arcinote ma servono a mettere nero su bianco, fatti, fatterelli e casini che non possono essere più smentiti. Fra i tanti documenti e in attesa di quelli sul Nepal siamo andati a dare una sbirciata fra i circa 5000 documenti relativi all’India (non ancora tutti pubblicati).

A Delhi la paura è che salti fuori qualcosa su corruzioni varie ma per ora si conferma che “ISI (servizi segreti Pakistani) continued to maintain liaison and support for Taliban despite claims by the Pakistani government that ISI was swept clean of pro-Taliban officers years ago. The document charges that ISI director-general from 1987 to 1989, Gen Hamid Gul, still operates in Pakistan informally serving ISI. Prosegue il programma nucleare pakistano , uno degli incubi indiani, Russia is aware that Pakistani authorities, with help from the US, have created a well-structured system of security for protecting nuclear facilities, which includes physical protection. However, there are 120,000-130,000 people directly involved in Pakistan’s nuclear and missile programs… there is no way to guarantee that all are 100% loyal and reliable,” racconta una fonte russa. Qualche dubbio salta fuori anche sulla decisione degli USA di allargare il Consiglio di Sicurezza delle NU all’India (e al Giappone secondo contribuente del budget UN) di fronte all’opposizione della Cina.

Ci sarà da divertirsi dai files del segretissimo : Secret Internet Protocol Router Network (SiprNet)

2 risposte a “Wikileaks in Asia, curiosità alle stelle

  1. Wikileaks ha anche scoperto un calderone di inpocrisie, baci e abbracci in pubblico e peste e corna dietro che è un pò un andazzo di questo mondo e delle oligarchie al potere ovunque.
    Ora tentano di correre ai ripari (vedi USA/Berlusconi) ristendendo il velo di falsità.

  2. A proposito di rivelazioni, c’è ne sono altre di minore rilevanza per i media di quelle di Wikileaks…ma altrettanto catastrofiche per gli stati, se si avviasse un dibattito serio e diffuso su di esse. Altraeconomia pubblica un articolo sul Rapporto 2010 dell’International Budget Partnership -www.internationalbudget.org, una rete internazionale di analisti che esamina l’accessibilità di ogni paese ai documenti relativi al bilancio dello Stato.
    L’Italia, al suo debutto nel rapporto OBI 2010, ha ottenuto solamente 58 punti su 100, come il Portogallo e indietro rispetto ai restanti Paesi d’Europa (e dopo paesi come lo Sri Lanka e la Mongolia), finendo così tra quei Paesi che divulgano solo “informazioni parziali” sul bilancio e sulle attività finanziarie dello Stato, accomunata al Nepal che, con i suoi 45 punti, rientra tra i Paesi da “some information”.

    Per Jacopo Viciani, responsabile del rapporto sulla trasparenza del Bilancio per l’Italia, i problemi principali dell’Italia sono due: le informazioni riguardo ai bilanci e alle spese pubbliche so riportati in svariati documenti e rese note in ritardo.

    Questo studio è stato inserito nell’undicesimo rapporto “Cambiamo Finanziaria. Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace e l’ambiente” a cura di Sbilanciamoci!, una campagna che coinvolge 47 organizzazioni della società civile.
    Per saperne di più, il Full Report 2010 e la world map
    http://www.internationalbudget.org/worldmap/
    e l’articolo di Altraeconomia http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=2552&fromHP=1

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