Molte persone che amano il Nepal e seguono questo blog mi hanno chiesto, negli ultimi due mesi (da quando il disastro ha colpito il Nepal) con quasi 9.000 morti, come aiutare quel paese. Ho risposto di aspettare: si era in piena emergenza, bisognava salvare il salvabile e capire cosa realmente serviva.
Nel frattempo, spontaneamente, si era messa in moto una grande solidarietà fra i nepalesi e i loro amici sparsi per il mondo (anche in Italia). Tante iniziative, che hanno fatto scrivere, giustamente che sembra emergere una nuova identità del Nepal, this new identity appears to be overwhelmingly based on altruism; it is on the back of this that we will rebuild Nepal.
Abbiamo scritto in altri post della grande partecipazione dei giovani nei primi interventi, partivano per i villaggi, portando cibo e tende, scavavano fra le macerie, mettevano in salvo pezzi d’arte. Con lo stesso spirito si è mosso, grazie anche al web, tante persone un po’ d’ovunque e sono partite centinaia di iniziative dirette a fornire aiuto ad amici, conoscenti, piccole organizzazioni nepalesi.
Ma, come naturale, tante iniziative spontanee stanno esaurendosi , mentre, purtroppo i problemi restano. A livello macro sono da ricostruire migliaia di case, scuole edifici pubblici a Kathmandu e nei villaggi. Si calcola che i danni siano intorno a USD 7 miliardi, che vi sarà un calo del reddito procapite (già basso) del 5% (usd 23) e che nella povertà finiranno 700.000 persone (magari appena uscite, almeno secondo le statistiche) come scrive la relazione della Nepal National Planning Commisson, che sarà la base del prossimo incontro con i donatori (25 giugno).
Tanta gente ha lanciato il cuore, portando o spedendo noccioline, noodles, vestiti vecchi; andando in Nepal con poche conoscenze della realtà del paese. Tutto bene, un segno di solidarietà che i nepalese, sempre gentili, hanno apprezzato. Ma, oggi, vediamo o che tende e teloni non riescono a riparare dal monsone, che il cibo (per ora) non manca, e che servono, adesso, altre cose come le onduline zincate (jasta) che riparano bene nel breve e serviranno per i tetti delle case ricostruite.
Poi ci sono le grandi organizzazioni, che hanno raccolto, somme importanti, hanno affittato elicotteri al doppio della cifra normale per farsi vedere un po’ in giro, fare foto e raccogliere altri fondi. Alcune nate o piombate in Nepal solo per questo, negli ultimi giorni. Gente che non ci piace, in base all’esperienza e ai fatti, e che ha sollevato tante critiche, anche fra i nepalesi in questo caso attenti, per mancanza di trasparenza sull’utilizzo dei fondi e per la ricerca di visibilità, più che di efficacia. Così tanti villaggi, lontani dalle strade, sono stati dimenticati e tanti soldi spesi inutilmente.
Qui c’è di tutto, MSF che è subito intervenuta con efficacia con ospedali da campo, ma anche WFP che ha distribuito riso marcio in più occasioni, o altre che hanno raccolto fondi per distribuire 1000 teloni di plastica.
Penso che ora sia il momento per fare qualcosa ed è questa la richiesta che faccio ai lettori di questo blog. Una cosa semplice, localizzata, gestita da persone che lavorano da anni nei villaggi e rispondendo alle loro necessità. Con altri amici s’è deciso di collaborare con il Progetto Take Care 1 Village (su Facebook https://facebook.com/profile.php?id=1053738574643996) centrato sui 7 villaggi del Timal (a Kavre) e dove alcuni di noi (italiani e nepalesi) hanno lavorato per anni, proprio con queste persone. Nella pagina video ci sono i luoghi dei progetti, il video girato da 12 Dicembre e la storia del direttore della ONG nepalese Sahakaria Ra Bikas (Salam) che lavora nell’area da decenni.
Si vuole fare una cosa semplice raccogliere fondi,tramite gli amici dell’Associazione italiana 12 Dicembre (piccola e creata per onorare una triste storia d’amore) che già ha contribuito a costruire una scuola primaria in quei villaggi (a Meche). 12 Dicembre li verserà, direttamente, sul conto dell’ associazione di Salam Singh Tamang (nato a Thulo Parsel) e che opera, con successo nell’area da decenni. Niente funzionari strapagati, uffici galattici, spese per macchinoni.
Salam, sta comprando e distribuendo delle onduline (jasta in nepalese) che costano euro 90 (12 pezzi) e le distribuirà alle famiglie più bisognose in base al survey dell’area da lui preparato (qui). Servono per costruire un rifugio temporaneo per 1-2 famiglie. Dopo le useranno per coprire i tetti delle case da ricostruire; dopo, se il progetto funziona, potremo contribuire a ricostruire case e scuole. L’associazione locale pubblicherà sul web i fondi raccolti e le famiglie a cui sono stati destinati. Se volete informazioni o collaborare scrivetemi e guardate la pagina di Facebook e la locandina.
Aspettavo un post del genere. Vorrei rigirare l’invito ad alcuni amici, non c’è nessun sito delle associazioni sopra?
Questo è il sito della onlus italiana http://www.12dicembre.org/; per il progetto vai su Facebook Take care Nepal
Grazie Enrico
intendiamo contribuire e raccogliere fondi fra gli amici, magari fare qualche iniziativa. Quando puoi scrivi altri dettagli
Per anni ho sostenuto un bambino che andava alla scuola Bal Bikas a Thulo Parsel, che ho letto è in parte crollata. Cercheremo di aiutare di nuovo quei ragazzi.
Grazie a tutti, ricordo che per ogni informazione e per comunicare le donazioni che poi saranno segnalate, se volete, sul web potete scrivere a crespi.enrico@gmail.com
Gran bella e triste storia quella di 12 Dicembre, ma tante cose belle hanno fatto
Bravi, proviamo a fare una cosa diversa rispetto a quella che fanno tante altre ONG di cui hai parlato. Collaboriamo con questo progetto, Namaste
We thanks the italian friends for the help. Now is a rush to provide villages with jasta before the rain will be stronger
Anch’io come Franco ho sostenuto per anni una bambina delle scuole dei villaggi, a Bolde Pediche, e mi piace poter riprendere ad aiutare quelle persone. Ho fiducia in Salam Singh Tamang che ho conosciuto personalmente quando sono andata a trovare la bambina. Era l’estate 2006.
Caro Enrico, il tuo amore per il Nepal sei riuscito a trasmettercelo con questo blog, ti cui ti siamo grati. È giusto che, ora in questo momento difficile per quel paese, anche noi, come tuoi lettori, ci diamo un po da fare.
Ciao Enrico
Vorremmo fare qualche evento per aiutarti nell’iniziativa, è possibile?
Buongiorno
Sto raccogliendo fra i miei amici che avevano anni fa un bambino sostenuto nelle scuole dei villaggi.
Poi dove possiamo effettuare la donazione?
Grazie e andate avanti
Tanto ringrazio tutti i lettori che stanno contribuendo al progetto, sulla pagina Facebook Take care Nepal, tutti gli aggiornamenti. Per i versamenti qui il conto della Onlus 12 Dicembre, sulla quale il progetto collabora in Italia:
BIVERBANCA – CASSA DI RISPARMIO DI BIELLA E VERCELLI
Filiale principale di Vercelli
IBAN: IT 34 U 06090 10000 000050400087