Nepal: un paese in attesa

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Il Nepal attende sotto la pioggia dei monsoni.  La gente aspetta nelle tende bagnate di Bakthapur, negli shelter di terra e bambù dei villaggi che si possa iniziare a ricostruire. La pioggia rende le macerie che ancora riempiono  i vicoli di Sankhu, di Bakthapur dossi di fango da scavalcare. Si attende che il governo stanziato i soldi promessi (euro 1.500) per ricostruire o ristrutturare le decine di migliaia di case segnate con il bollino rosso che ne vieterebbe l’utilizzo.
Le scuole, anche a Basantapur, sono trasferite sotto i tendoni e anche gli studenti aspettano che si ricostruisca.
Il governo attende che i soldi promessi dai donatori arrivino e la gente attende e spera che siano utilizzati con equità ed efficacia. È di oggi il servizio di  Foreign Affairs che ricorda come il 90% dei fondi USA per Haiti siano finiti nelle tasche delle grandi ONG e del corrotto ed inefficace sistema delle Nazioni Unite. In altri post abbiamo scritto e testimoniato come lo stesso sia accaduto per i fondi italiani e di altri paesi, a parte rare eccezioni.  Attento Nepal.
Si attende che l’Assemblea Costituente, o meglio i 4 maggiori partiti si accordino sulla nuova costituzione che il paese attende dal 2008.
Nelle piazze scendono i Dalits (considerati casta bassa) per chiedere garanzie e rappresentanza e si beccano bastonate dalla polizia.
Le donne protestano perché non si è ancora capito se, finalmente, anche una madre (senza il beneplacito di un membro maschio della famiglia) possa registrare all’anagrafe il figlio. Sono circa 2 milioni i sanspapiers, senza diritto di voto, passaporto, lavoro regolare. Maoisti ed ex-comunisti che hanno predicato uguaglianza di genere non sono riusciti a concludere, fino ad ora, niente. Incredibile. Ieri centinaia di donne hanno fischiato per tutta Kathmandu chiedendo questo basilare diritto.
Per fare un pò di spettacolo il draft della costituzione ha viaggiato sul web, stampato nei villaggi; tanti hanno detto la loro ma non sembra che qui, come ovunque del resto, la classe politica segua ciò che vuole la gente.
Nel paese dell’attesa si tende a spostare tutto a dopo il monsone, la ricostruzione, l’Autorità che dovrebbe guidarla, e, andrà a finire, anche il varo della costituzione. Poi ci saranno le grandi feste del Dashain e dell ‘ Indra Jatra.
Chi non ha tanto tempo per aspettare sono gli abitanti dei villaggi. Molti, come sempre durante il monsone sono isolati, le strade inagibili o crollate. E’ il caso di Laprak, Gumda, Lapu, Kerauja, Kashigaun e Uhiya, oltre Gorkha ed epicentro del primo terremoto. Nei villaggi, in attesa dei raccolti, quest’anno ridotti, rischia di scarseggiare il cibo.
I nostri amici di Sahakarya ra Bikas continuano a muoversi, non aspettano. Nei villaggi del Timal (Kavre) si  continuano a distribuire le Yasta e a costruire alloggi temporanei. Si pensa al dopo monsone quando ci sarà da ricostruire le scuole e a provvedere sacchi di riso alle famiglie più povere.
Avanti così Takecare Nepal https://facebook.com/profile.php?id=1053738574643996.

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5 risposte a “Nepal: un paese in attesa

  1. 1 killed as police open fire at protesters defying curfew in Surkhet.Protest against proposed provincial demarcation in new constitution

  2. The Melamchi-Kathmandu-Helambu highway has been obstructed due to landslides trigged by heavy rainfall since the past three days. Landslides in Sankhu, Jaharisingh Pauwa, Bhotechaur, Chapbhanjyang, Melamchi road and Kavre have been reported due to the rain. As a result, hundreds of passenger leaving of Kathmandu have been affected. And they have been forced to travel by foot in different locations

  3. Intanto, come ogni 12 anni, è iniziata la Godavari Mela. Li Shiva ha iniziato a costruire l’universo. Si attende almeno 1 milione di fedeli.

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